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Egitto, Zaki alla famiglia: “Sto male, detenzione incomprensibile”. Amnesty allarmata

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Lo studente ha inviato una lettera ai familiari dal carcere di Tora nella quale parla di "problemi alla schiena" e del proprio "stato mentale". Amnesty International ha espresso preoccupazione e lanciato un appello al governo affinché "faccia veramente qualcosa di più, di meglio e di veloce di quanto ha fatto finora, per assicurare che Patrick possa tornare presto in libertà"

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"Le recenti decisioni sono deludenti come al solito, senza una ragione comprensibile. Ho ancora problemi alla schiena e ho bisogno di forti antidolorifici e di qualcosa per dormire meglio". Sono queste le parole che Patrick Zaki, dal carcere di Tora, ha scritto in una lettera inviata alla famiglia che è stata pubblicata sulla pagina Facebook "Patrick Libero". Grave preoccupazione e allarme sono stati espressi dagli attivisti e da Amnesty International per le condizioni dello studente egiziano incarcerato da mesi. "Il mio stato mentale non è un granché dall'ultima udienza", ha scritto ancora Zaki. Nell'ultima udienza, meno di una settimana fa, sono stati decisi altri 45 giorni di carcere per il giovane.

La lettera di Zaki

"Continuo a pensare all'università, all'anno che ho perso - continua la lettera di Zaki - senza che nessuno ne abbia capito la ragione. Voglio mandare il mio amore ai miei compagni di classe e agli amici a Bologna. Mi mancano molto la mia casa lì, le strade e l'università. Speravo di trascorrere le feste con la mia famiglia ma questo non accadrà per la seconda volta a causa della mia detenzione". La famiglia e gli attivisti su Facebook chiedono "l'immediato rilascio per via dell'assenza di giustificazioni legittime per i rinnovi di detenzione e per l'impatto del carcere su di lui sempre più negativo". Lo studente 29enne a Bologna frequentava un master europeo sugli studi di genere. Nella missiva lamenta problemi alla schiena e al suo stato psicologico mentre la sua legale ha fatto sapere che dorme per terra da mesi. "La mia permanenza qui è stata troppo lunga - prosegue ancora la missiva di Zaki - e diventa più pesante ogni giorno, ma ci sto provando. Ho perso la possibilità di fare gli esami per il secondo semestre di fila e onestamente questa è una delle principali questioni che mi preoccupano costantemente".

Una immagine del ricercatore egiziano Patrick George Zaky.
ANSA
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Amnesty: "Parole allarmanti"

Il portavoce di Amnesty International in Italia, Riccardo Noury, ha detto che la Ong "è veramente allarmata per le condizioni fisiche e mentali di Patrick Zaki che sembrano in via di deterioramento" e spera che "queste parole dolorose di Patrick giungano al Governo italiano che faccia veramente qualcosa di più, di meglio e di veloce di quanto ha fatto finora, per assicurare che Patrick possa tornare presto in libertà". "Dalla sua cella nel carcere di Tora - ha sottolineato Noury - giungono questa volta parole ancora più afflitte e preoccupanti da Patrick". "L'ultima conferma di 45 giorni di detenzione evidentemente ha colpito moltissimo e ha provato davvero molto Patrick, che ha bisogno di sentire intorno a sé un affetto, un amore, una solidarietà infiniti e però ha anche bisogno di decisioni che riguardino la sua più che possibile, imminente, scarcerazione".

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