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Svolta in Libia: Serraj e Saleh annunciano cessate il fuoco e indicono le elezioni a marzo

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Il presidente del governo di accordo nazionale libico (Gna) di Tripoli e il presidente del parlamento di Tobruk avviano il processo politico che porterà a elezioni legislative e presidenziali. Unsmil: "Decisione coraggiosa". Farnesina: "Passo importante"

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Libia, prove tecniche di pace. Il presidente del governo di accordo nazionale libico (Gna) Fayez al Serraj, e il presidente del parlamento di Tobruk, Aguila Saleh, ritenuto braccio politico e burocratico del maresciallo Khalifa Haftar, hanno annunciato "un cessate il fuoco su tutto il territorio libico" e la ripresa del processo politico che "porti a nuove elezioni a marzo". I due fronti, finora in aperta guerra, lo hanno annunciato in simultanea con dichiarazioni separate. La missione dell'Onu in Libia, Unsmil, ha accolto l'iniziativa "coraggiosa". Prendendo l'iniziativa di annunciare il cessate il fuoco, il presidente del Consiglio presidenziale ha affermato che l'obiettivo definitivo è “recuperare la piena sovranità sul suolo libico e l'uscita delle forze straniere e dei mercenari" (LE NOTIZIE DALLA LIBIA).

Il governo ordina la fine di tutte le operazioni militari

Con un comunicato su Facebook, il governo di Tripoli ha fatto sapere: “In base alla responsabilità politica e nazionale, alla luce della situazione attuale che sta vivendo il Paese e la regione, e alla luce dell'emergenza coronavirus, il capo del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico (Gna), Fayez Al Sarraj, ordina a tutte le forze militari di osservare un cessate il fuoco immediato e di fermare tutte le operazioni di combattimento in tutti i territorio libici". Nel comunicato su Facebook si legge ancora: “Pervenire a un cessate il fuoco effettivo esige che le zone di Sirte e Jufra siano demilitarizzate e che le forze di sicurezza di entrambe le parti si accordino sui preparativi relativi all'ordine pubblico nelle due città".  Saleh ha suggerito una forza di polizia ufficiale nelle varie regioni, in preparazione all'unificazione delle istituzioni statali, in attesa dell'ultimazione dei lavori della commissione militare 5+5 sotto l'egida delle Nazioni unite. 

Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese in occasione della sigla del Protocollo che permetterà la ripresa delle celebrazioni con il popolo, Roma, 7 maggio 2020. ANSA/UFFICIO STAMPA/PALAZZO CHIGI/ATTILI

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Riprende la produzione e l'esportazione di petrolio

Al Serraj e Saleh hanno concordato inoltre la ripresa della produzione e dell'esportazione del petrolio i cui proventi andranno a un conto esterno della Banca nazionale libica e da cui si attingerà solo dopo un accordo comune. Sarraj ha sottolienato che “i diritti acquisiti del popolo libico non possono essere abbandonati. Dunque bisogna riprendere la produzione e l'esportazione petrolifera, a condizione che i proventi siano depositati in un conto speciale della Noc presso la Libyan Foreign Bank”. Nello stesso contesto, il presidente del Consiglio presidenziale ha annunciato "che sta adottando tutte le misure per sostenere la gestione efficiente e ideale delle risorse petrolifere e ribadisce che la Noc è l'unica ad avere il diritto di supervisionare la messa in sicurezza dei giacimenti e dei terminali petroliferi in tutta la Libia". 

 

Berlino: "Segnale di pacificazione del conflitto"

Il governo tedesco saluta con favore le prime notizie di un accordo in Libia che potrebbe portare alla tregua: "Non conosciamo i dettagli dell'accordo, ma sarebbe un primo segnale importante per la pacificazione del conflitto", ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Adebahr, in conferenza stampa a Berlino. "Il governo tedesco spera e si aspetta che tutti gli attori coinvolti vadano avanti su questo processo con spirito costruttivo", ha aggiunto. DI "passi importanti per tutti i libici" ha parlato anche l'ambasciata Usa in Libia. L'iniziativa ha ricevuto il plauso anche del presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, principale sponsor del maresciallo Khalifa Haftar e, in generale, della Cirenaica. 

La Farnesina: importante passo verso la stabilizzazione

Anche l'Italia, che ha sostenuto in maniera costante e attiva gli sforzi dell'Onu nel quadro del processo di Berlino assieme ai principali partner Ue, "accoglie con grande favore i comunicati emessi", a partire "da una immediata cessazione delle ostilità e dalla riattivazione della produzione petrolifera", ha spiegato la Farnesina. "Sulla scia delle recenti dichiarazioni sulla ripresa della produzione petrolifera, per la quale l'Italia auspica una concreta applicazione a tutte le articolazioni dell'industria petrolifera libica su tutto il territorio del Paese, tali sviluppi costituiscono un importante e coraggioso passo verso la stabilizzazione della crisi libica", ha sottolienato ancora la diplomazia italiana. "L'Italia continuerà a svolgere il suo ruolo attivo di facilitazione per una soluzione politica alla crisi libica ed esorta tutte le parti interessate a dare un seguito rapido e fattivo al percorso delineato nei comunicati del Consiglio e dalla Camera dei Rappresentanti", ha assicurato il ministero degli Esteri