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Catalogna, veto di Rajoy su referendum indipendenza: “Non si farà”

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Il premier spagnolo Mariano Rajoy (Getty Images)

Il premier spagnolo ribadisce il suo no. Ma gli indipendentisti non si arrendono: confermano il voto per il 1° ottobre e incassano l'appoggio del sindaco di Barcellona

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Mariano Rajoy dice no. Ma gli indipendentisti catalani non si arrendono. Il premier spagnolo ha affermato che il referendum per l'indipendenza della Catalogna “non si farà”: “Potete stare tranquilli, il Governo sa perfettamente che cosa deve fare”, ha detto ai cronisti nella sede del Congresso dei deputati.

Rajoy contro Puigdemont e Colau

Non è la prima volta che Rajoy esprime nettamente il rifiuto di Madrid per il referendum sull'indipendenza della Catalogna, definito “illegale” e “contrario alla Costituzione”. Questa volta, però, è una risposta diretta a Carles Puigdemont, presidente della Generalitat de Catalunya. Il leader indipendentista continua a ripetere che le urne saranno aperte, come previsto, il prossimo 1° ottobre. Anche se non c'è ancora l'ufficialità: la convocazione non è stata sottoscritta per evitare un immediato ricorso di Madrid. Puigdemont spinge comunque sull'acceleratore. E lungo la sua strada ha trovato un'alleata: si tratta del sindaco di Barcellona Ada Colau, che ha vinto le elezioni alla guida di una coalizione formata da alcune liste di sinistra radicale e appoggiata da Podemos. Pur non essendo apertamente favorevole all'indipendenza, Colau si è impegnata ad agevolare le operazioni di voto. E ha affermato che darà "ogni agevolazione" perché avvenga il referendum.

Il futuro del referendum

Lo scontro tra il Governo centrale e gli indipendentisti catalani, dunque, non si ferma. Il referendum, privo di quorum, prevede che il Parlamento catalano ratifichi immediatamente l'indipendenza in caso di successo e avvii il processo per la scrittura di una nuova costituzione catalana. Nell'improbabile ipotesi di vittoria del “no”, sarebbero immediatamente proclamate nuove elezioni. Il voto viene definito dagli indipendentisti “vincolante” e segna una netta differenza rispetto a quello "simbolica" del 2014 (divenuta tale per l'illegittimità della consultazione stabiita dalla Corte Costituzionale spagnola). Allora l'80,72% dei votanti si espresse per il sì all'indipendenza. Anche se l'affluenza fu piuttosto bassa: votarono 2 milioni di persone sui 5,4 milioni aventi diritto.