Il gup Federica Brugnara lo scorso 7 marzo aveva prosciolto il magistrato accusato di rivelazione del segreto d'ufficio per il caso dei verbali di Piero Amara consegnati all'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo
La procura di Brescia cambia idea. Dopo che era stato fatto trapelare che non c'era la volontà di impugnare la sentenza con cui il gup Federica Brugnara lo scorso 7 marzo aveva assolto con la formula "perché il fatto non costituisce reato" il pm di Milano Paolo Storari, accusato di rivelazione del segreto d'ufficio per il caso dei verbali di Piero Amara su una presunta loggia segreta Ungheria, è arrivata una mossa a sorpresa: il ricorso depositato ieri in appello per chiedere di ribaltare la decisione presa dal giudice al termine del processo con rito abbreviato.
Il ricorso contro l'assoluzione
Il cambio di rotta degli inquirenti bresciani, è stato riferito in ambienti giudiziari, potrebbe offrire lo spunto alla difesa di Storari di chiedere l'assoluzione con una formula più ampia. Il pm milanese era finito imputato assieme all'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo al quale, nell'aprile 2020, aveva consegnato copia di quei verbali con lo scopo di chiedere tutela in quanto, a suo dire, l'allora procuratore Francesco Greco e la sua vice Laura Pedio avevano messo un freno alle indagini per far luce se quelle dichiarazioni fossero veritiere o calunnie. Per Davigo il processo si aprirà il prossimo 20 aprile.