In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Milano, continua la protesta degli studenti: occupati altri due licei

Lombardia
©Ansa

Occupato il Cremona-Zappa, che ospita un liceo economico sociale e un istituto tecnico economico, e il liceo artistico Boccioni

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Continua la protesta degli studenti delle scuole superiori a Milano, dove oggi è stato occupato il Cremona-Zappa, che ospita un liceo economico sociale e un istituto tecnico economico, e il liceo artistico Boccioni. "La scuola sarà gestita da noi per questa settimana", scrivono gli studenti dell'istituto Cremona-Zappa, denunciando un "modello di scuola che promuove la competizione tra di noi, coerentemente all'individualismo imperante di questa società. "Oggi, 21 febbraio, dopo la morte di due nostri coetanei in alternanza scuola-lavoro (di cui chiediamo lo stop immediato), Lorenzo e Giuseppe, non possiamo più rimanere indifferenti davanti a un modello di scuola inaccettabile, non possiamo più stare in silenzio davanti a una società che ci abitua fin da giovani a un mondo del lavoro precario e senza tutele in cui essere sfruttati e svalutati".

Le proteste

Anche gli studenti del Boccioni spiegano di voler riprendersi il loro liceo "perché questa non è la scuola dei burocrati, non è la scuola dei padroni o delle istituzioni, questa è la scuola delle studentesse e degli studenti che, di essere sempre l'ultima ruota del carro, si sono stancati. Noi studenti e studentesse del Boccioni oggi abbiamo l'intenzione di aprire un nuovo capitolo per questa scuola, perché questa occupazione non sia solo fine a se stessa, ma sia l'inizio di una scuola nuova". 

Docenti del Cremona-Zappa: "Movimento va rispettato e ascoltato"

"Vogliamo dire con forza che questo movimento va rispettato e ascoltato nelle sue corde più profonde - dicono alcuni docenti del liceo Cremona-Zappa -, evitando atteggiamenti snobistici, esorcizzanti, paternalistici o, peggio, repressivi. È una sollecitazione che rivolgiamo alle istituzioni e all'opinione pubblica ma soprattutto al mondo della scuola e ai colleghi docenti". Secondo i docenti che hanno diffuso questo messaggio, quello degli studenti "è un movimento che sta tentando di portare sul terreno della politica e del protagonismo collettivo un disagio profondo e diffuso delle giovani generazioni finora manifestatosi con il silenzio, l'atomizzazione sociale, o, peggio, i disturbi psicologici diffusi e i comportamenti aggressivi bella relazione con l'altro - hanno aggiunto -. Le vicende di questo movimento ci dicono anche della necessità di recuperare, da parte di tutte le componenti della comunità scolastica e in primo luogo i docenti, uno sguardo critico sull'esistente e una capacità di protagonismo politico sui temi di fondo dell'insegnare smarritosi negli ultimi decenni".