In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Terrorismo, Cassazione: la pena per Bergamin non è prescritta

Lombardia

L'ex militante dei Proletari armati per il comunismo, 73 anni, si era costituito in Francia dopo l'ormai noto blitz della fine di aprile 2021

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Non è prescritta la pena di 16 anni e 11 mesi per l'ex terrorista Luigi Bergamin, condannato per concorso morale negli omicidi commessi da Cesare Battisti del maresciallo Antonio Santoro e dell'agente Andrea Campagna (pena prescritta nel 2008), avvenuti nel '78 e '79. Lo ha deciso la Cassazione, che ha accolto il ricorso del pm Adriana Blasco contro due precedenti decisioni della Corte d'Assise di Milano. L'ex militante dei Proletari armati per il comunismo, 73 anni, si era costituito in Francia dopo l'ormai noto blitz della fine di aprile 2021. L'udienza a Parigi sull'eventuale estradizione riprenderà il 20 aprile.

La difesa: “È una decisione politica”

Per il legale di Bergamin, Giovanni Ceola, quella della Cassazione è una decisione "politica che muta l'indirizzo giurisprudenziale, richiamato dalla Corte d'Assise di Milano, di un provvedimento a Sezione Unite dell'89". Ora si dice, ha proseguito il difensore, "che è sufficiente una decisione del Tribunale di Sorveglianza, che dichiara la delinquenza abituale di una persona", come avvenuto per Bergamin a fine marzo 2021, per "interrompere la prescrizione della pena", che per lui sarebbe scattata "15 giorni dopo". E così facendo "il reato diventa imprescrittibile". Con questa sentenza, ha aggiunto il legale, viene stabilito anche che "una persona che ha commesso reati in gioventù, a 29 anni, come Bergamin, dopo 44 anni, a 73 anni, viene dichiarato delinquente abituale, quando in realtà ha avuto sempre comportamenti corretti, e che ciò serve a bloccare la prescrizione". Ora la difesa potrà fare ricorso alla Cedu e anche "portare questi rilievi" nell'udienza sull'estradizione a Parigi.

Il fratello di una vittima: “Bene così, sono crimini guerra”

Sulla sentenza della Suprema Corte è intervenuto Maurizio Campagna, fratello di Andrea, agente della Digos di Milano assassinato nel 1979: "Loro hanno sempre detto di essere in guerra e i crimini di guerra, come sono gli omicidi dei terroristi, non si prescrivono. Dunque ben venga questa decisione e ora che venga estradato e che sconti la pena", il suo commento all’ANSA. "Quelli che sono rimasti in Italia - ha detto Campagna, presidente dell'Associazione per le vittime del terrorismo - hanno scontato le loro pene, sempre per un massimo di 7-8 anni, gli altri invece hanno deciso di scappare e ora che vengano estradati". In Italia, ha aggiunto, "gli omicidi di terrorismo, equiparabili ai crimini di guerra, non si prescrivono. Se a loro va bene è così e anche se non gli va bene, se in Francia è diverso qua è così". Ora Bergamin, ha concluso, "sconti la pena in Italia come la sta scontando Battisti".