La vittima, un 20enne residente in provincia, era stata colpita con un calcio al volto dopo una discussione all'interno del locale
Un ragazzo di 18 anni è stato sottoposto alla misura dell'obbligo di dimora con prescrizioni e dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per aver aggredito un ragazzo lo scorso 9 ottobre nei pressi di un bar in via Pirelli a Milano. A eseguire l'ordinanza gli agenti della polizia di Stato.
L'aggressione
Lo scorso 9 ottobre, intorno alle 5, gli agenti della squadra mobile erano intervenuti nel locale dove era stata segnalata una violenta aggressione. Sul posto avevano trovato un giovane a terra in stato di semi-coscienza, con frattura dell'osso temporale e una grave emorragia cerebrale diagnosticate poi dai medici. Il giovane, un 20enne residente in provincia, era stato colpito con un calcio al volto dopo una discussione all'interno del locale. L'aggressore era poi fuggito. Gli agenti della Sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile, analizzati i filmati delle videocamere di sorveglianza e sentiti i testimoni, hanno individuato il responsabile: si tratta di un giovane con precedenti di polizia, residente a Cinisello Balsamo (Milano) che, la sera dell'aggressione, sarebbe stato allontanato più volte dalla security del locale.
Gip: "Azione brutale e senza scrupoli"
Senza "scrupoli" né remore ha aggredito "brutalmente" il suo 'rivale' per "un futile asserito diverbio, colpendolo con pugni e calci, peraltro in zone delicatissime quali la tempia, fino a ridurlo a uno stato di semi-incoscienza". Lo scrive il gip di Milano Carlo Ottone De Marchi nell'ordinanza con cui ha disposto l'obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria a carico del 18enne. Il giovane, si legge nel provvedimento, ha agito per "sfogare il suo istinto violento" con la "sua distorta visione di cosa sia uno sgarbo e dei metodi e mezzi per lavare" la presunta "onta subita". Ha sostenuto, infatti, anche nell'interrogatorio di garanzia di essere stato accerchiato, provocato e spintonato da "6-7" ragazzi quel mattino fuori dal locale. Per il gip, tuttavia, il suo comportamento denota "una mancata adesione al sistema di valori e regole comunemente condiviso" nella "società civile e, in aggiunta, mette in evidenza una propensione alla violenza, vista come mezzo per risolvere qualsiasi dissidio nonché per imporre la propria 'autorità' e rimarcare il proprio, asserito, 'prestigio sociale'".
Il provvedimento nei confronti del locale
A seguito di quest'ultima aggressione, considerato che, nonostante il locale fosse stato destinatario di due sospensioni nel 2017 e nel 2019, per 20 e 10 giorni, le risse e aggressioni non erano finite, il questore di Milano lo scorso 11 novembre aveva decretato, revocando la licenza al titolare, la chiusura del locale in cui si erano verificati diversi episodi violenti che avevano coinvolto gli stessi addetti alla sicurezza, non autorizzati al servizio di vigilanza.