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Bimbo si ferì all’asilo, chiesta archiviazione per la sindaca di Crema

Lombardia

Stefania Bonaldi è indagata per lesioni colpose dopo che il piccolo si schiacciò due dita in una porta tagliafuoco. Alla sindaca si contesta di aver omesso l'installazione di dispositivi idonei a evitare la chiusura automatica. Il caso generò diverse polemiche sulle responsabilità dei sindaci

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È stata chiesta l'archiviazione per la sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, indagata per lesioni colpose dopo che un bambino si schiacciò due dita in una porta tagliafuoco all’interno di un asilo comunale. Secondo i pm di Cremona, Vittina Pinto e Davide Rocco, che hanno chiesto l'archiviazione anche per altre tre persone, "lo specifico evento realizzatosi pare essere concretizzazione di un rischio del tutto anomalo e, per qualche verso, non facilmente prevedibile". La parola spetta al gip.

La sindaca: “Caso utile per riflessione su nostro ruolo”

"La posizione di garanzia in capo al sindaco - scrivono i magistrati nella richiesta - non pare potersi estendere sino alla protezione dei bambini affidati all’asilo, peraltro gestito in autonomia" da una cooperativa "unicamente in forza della sola circostanza che il Comune di Crema fosse locatario dell'immobile". Inoltre, il sindaco "non era a conoscenza, né tantomeno era tenuta a esserlo, né della concreta organizzazione degli spazi a seguito della suddivisione in "bolle" (per via dell'emergenza covid ndr), né della presenza di una porta frangi fuoco nel locale utilizzato per l'esercizio delle attività educative”.

"Questo caso emblematico è servito ad avviare una seria riflessione sulle responsabilità dei sindaci, tant'è vero che ne è emerso un disegno di legge bipartisan”, le parole, rilasciate all'ANSA, da Bonaldi.

Il caso e le polemiche

Il fatto risale all’ottobre del 2020, quando il bimbo si procurò lesioni non permanenti da schiacciamento al terzo e al quarto dito della mano sinistra, tali counque da richiedere tre mesi di cure. Nel mese di giugno successivo la sindaca rese noto di essere indagata, in concorso con altri, per aver omesso l'installazione di dispositivi idonei a evitare la chiusura automatica. Il caso generò un acceso dibattito sulla vastità delle competenze e delle responsabilità dei sindaci e Bonaldi ricevette la solidarietà e la vicinanza di colleghi e associazioni, a partire dall’Anci, con il presidente Antonio Decaro che dichiarò: “Lo Stato deve metterci nelle condizioni di fare il nostro lavoro serenamente. Non chiediamo l'immunità o l'impunità, chiediamo solo di liberare i sindaci da responsabilità non proprie”. La stessa Bonaldi, dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia, affermò che “le responsabilità che hanno i sindaci sono obiettivamente sproporzionate ed eccessive, direi anche meglio: non ben circostanziate”.

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