In Evidenza
Altre sezioni
altro

Elettra secondo Giovanni Testori

Lombardia

In scena a Milano per la prima volta il testo ispirato a un autentico pilastro della tragedia greca

Condividi:

Tre donne in scena, vestite di chiaro, uguali. Una fa parti maschili, un approccio classico capovolto si potrebbe dire. Le altre sono le due protagoniste, madre e figlia. Ecco l’universale storia di Elettra, che da Sofocle, passando per Euripide, ha attraversato i tempi, ben più di duemila anni, per giungere a noi attraverso questa versione di Giovanni Testori che per la prima volta arriva su un palcoscenico. Accade al Teatro Litta di Milano fino al 14 novembre.

Il dramma è la vita stessa

Un testo straordinario, che ruota attorno alla figura di due donne, Clitennestra e sua figlia Elettra, ciascuna col suo senso di giustizia da reclamare. L’ultima vuole salvare il fratello Oreste, arrivato in città per vendicare la morte del padre avvenuta per mano di sua madre Clitennestra. La donna vuole invece la morte del figlio, al punto di gioire sguaiatamente e senza ritegno quando, sbagliando, crede d’averla ottenuta. Chi delle due ha davvero ragione in questa tragedia che innanzitutto indaga nei rapporti, degenerati fino all’empietà, fra genitori e figli? Entrambe. O forse nessuna. Sul fondo un’unica certezza: il dramma non è un accidente della vita, bensì la vita stessa.

Sul palcoscenico la vicenda si consuma contro un fondale nero sul quale si stagliano figure geometriche di legno, l’unico elemento a scaldare una scena per altri versi glaciale. Quasi asettica anche nei costumi, come per un bisogno di rappresentare le pulsioni in modo assoluto, senza distrazioni di sorta.

Bravissime le interpreti, Emanuela Villagrossi, Rossana Gay e Alessandra Salamida, dirette da Pasquale Marrazzo, che firma anche scene e costumi. Non facile modulare timbri e voci con una tale velocità per accompagnare lo spettatore, anche emotivamente, lungo il dipanarsi della trama.