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Pavia, inchiesta su appalti truccati: sequestrata cooperativa ambulanze

Lombardia

L'operazione nei confronti della cooperativa, con sede legale a Pesaro e sede operativa a Bollate (Milano), è stata eseguita dalla guardia di finanza di Pavia. Protesta dei dipendenti davanti al tribunale. La cooperativa con una nota "si dissocia dalla ricostruzione fin qui fornita dalle autorità inquirenti"

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Posta sotto sequestro una cooperativa operante nel settore dei trasporti sanitari, la First Aid One Italia, con sede legale a Pesaro e sede operativa a Bollate (Milano). L'operazione nei confronti della cooperativa, affidataria di appalti pubblici per il servizio ambulanze in tutta Italia, è stata eseguita dalla guardia di finanza di Pavia e di Vigevano nell'ambito di indagini per i reati di caporalato e appalti truccati per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro. Secondo le accuse, gli appalti sono stati ottenuti anche a scapito della sicurezza dei trasportati in ambulanza, "con conseguenti gravi disservizi".

Protesta dei dipendenti, la guardia di finanza: "Servizio non verrà interrotto"

Alcuni lavoratori della cooperativa si sono radunati davanti al tribunale di Pavia con le loro ambulanze e striscioni di protesta. "Siamo a Pavia - spiegano i dipendenti - perché vorremmo parlare con il pm, con il gip o il Procuratore capo, per avere delle spiegazioni e avere la certezza che nessuno di noi venga più ostacolato e che ascoltino le verità vere di cosa succede". Sugli striscioni sono presenti diverse scritte tra cui "Pres. Mattarella la medaglia per il nostro coraggio e per la nostra professionalità ci hai consegnato e questa Procura in mezzo a una strada ci vuole lasciare", "Abbiamo visto la morte in faccia ma indietro non ci siamo tirati. Il nostro lavoro abbiamo continuato a fare e le ambulanze a sanificare". I dipendenti affermano di essere "cinquecento famiglie a rischio e questa mattina alle 7 tre pattuglie guardia di finanza a notificare il sequestro dell'azienda. Noi siamo attivi nell'azienda e vorremmo essere ascoltati", sottolineano, aggiungendo di non essere sfruttati e sottopagati. "Non siamo qui per giustificare l'azienda. La giustizia deve fare il suo corso - spiegano ancora -. Noi dipendenti ci siamo riuniti da tutta Italia. Vogliamo avere risposte rispetto a quello che sarà il nostro futuro e vogliamo, a voce alta, dire quali sono le verità oggettive, soprattutto perché nel periodo Covid siamo stati i numeri uno. E adesso siamo meno di zero?". La Guardia di Finanza di Pavia ha precisato che "il pubblico servizio svolto dalla cooperativa non verrà comunque interrotto, in quanto lo stesso tribunale ha incaricato un amministratore giudiziario per la gestione e la corretta continuazione delle attività di soccorso".

L'inchiesta

Il provvedimento, spiegano i finanzieri, è la prosecuzione delle indagini che a marzo hanno portato all'arresto di quattro persone, tra cui anche l'allora direttore generale di Asst Pavia, nonché a perquisizioni e sequestri di apparati informatici in diverse aree geografiche del Paese (Lombardia, Marche, Lazio e Sicilia), per i reati di turbativa d'asta e frode nelle pubbliche forniture. L'inchiesta, diretta dal sostituto procuratore Roberto Valli e coordinata dal procuratore aggiunto Mario Venditti, ha portato al sequestro di beni per un importo di circa 200 mila euro, tra cui disponibilità finanziarie, fabbricati, terreni e autoveicoli.

Omesse le sanificazioni

Dalle videoriprese effettuate in alcune ambulanze, è risultato che venivano raramente eseguite le sanificazioni prescritte dopo il trasporto di ogni paziente, soprattutto in tempo di pandemia: "In una delle ambulanze monitorate, in 20 giorni di lavoro con trasporto di 92 pazienti è stata sanificata solo in 4 occasioni mentre un'altra - sottolinea la guardia di finanza -, in 9 giorni di servizio ed 86 pazienti trasportati, è stata sanificata un'unica volta".

Gare turbate

Le indagini hanno permesso di individuare diverse gare d'appalto per l'affidamento dei servizi di trasporto in ambulanza in diverse parti del territorio nazionale, tra cui Pavia, Roma, Milano, Perugia, Ancona e Pescara. Secondo quanto emerso, le gare vinte dalla cooperativa sono risultate turbate. Sono state riscontrate infatti diverse frodi nell'esecuzione del servizio pubblico. "In primo luogo - si legge nel comunicato delle Fiamme Gialle pavesi -, la cooperativa agiva tramite prestanomi, al fine di occultare la costante presenza ed effettiva direzione aziendale da parte di uno degli indagati, già condannato in via definitiva nel 2017 per turbata libertà degli incanti, ed aveva escogitato un metodo infallibile per aggiudicarsi tutti gli appalti a cui partecipava: proporre prezzi talmente bassi che talvolta superavano il limite della anti-economicità e assicurare, solo formalmente, una folta flotta di mezzi. Peccato però - precisano i finanzieri - che i bassi prezzi erano ottenuti dallo sfruttamento dei lavoratori e dal numero dei mezzi impiegati che era sensibilmente inferiore a quello previsto da contratto. Naturalmente, l'esiguo numero di mezzi sanitari presenti sul territorio comprometteva l'efficienza dei soccorsi a disposizione della collettività".

"Numerose e continue inefficienze"

Secondo la guardia di finanza, il modus operandi descritto ha provocato "inevitabili disservizi. Infatti, già dai primi mesi di operato, la qualità del servizio richiesto dall'appalto era molto al di sotto di quanto pattuito - prosegue la nota -, creando numerose e continue inefficienze unite a sensibili ritardi e mancate prestazioni sanitarie, spesso confermate anche dalle segnalazioni pervenute dai pazienti trasportati e dai medici in servizio presso i presidi ospedalieri".

La nota della cooperativa

La cooperativa First Aid One respinge le accuse legate all'inchiesta della Procura della Repubblica di Pavia su un presunto giro di appalti truccati per il trasporto sanitario e "si dissocia dalla ricostruzione fin qui fornita dalle autorità inquirenti in ordine a presunte responsabilità individuali che non possono gettare ombre e discredito sull'operato dei 500 lavoratori contrattualmente impegnati e regolarmente pagati, in Italia, inclusi quei contributi salariali destinati anche alla collettività lombarda". Anzi, parla di una indagine "promossa ad usum delphini". "Comprendiamo - si legge in una nota - come, una cooperativa che opera in tutta Italia con pubblici riconoscimenti, incluso quello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con 500 dipendenti regolarmente stipendiati, può dare fastidio a molti e costituire un precedente 'pericoloso'. Soprattutto se capace di apportare migliorie, risparmio e lavoro stabile. Anche assumendosi rischi d'impresa". First Aid One respinge "l'accusa di sfruttamento del personale così come quella di ricorso al volontariato 'camuffato', al di fuori della contrattualistica prevista dalle cooperative"; respinge "l'accusa di mancata sanificazione dei mezzi ed a conforto delle nostre affermazioni forniamo da sempre i dati sul numero dei trasporti Covid e il numero dei nostri soci colpiti dalla grave pandemia pressoché pari allo zero". "Le dichiarazioni sommarie fornite da personale licenziato per giusta causa -. incalza la cooperativa - non sono degne di essere ribattute in questa sede, mentre ci sfuggono le ragioni per cui le stesse abbiano assurto a notizia di reato per la Guardia di finanza". Intanto "escono allo scoperto le vere motivazioni dell'inchiesta: alzare il prezzo del servizio a esclusivo vantaggio delle sole associazioni di volontariato lombarde (in particolare) recalcitranti alla nostra presenza sul mercato dei servizi di trasporto sanitario" insiste First Aid One". E ancora "il provvedimento della Procura della Repubblica di Pavia, unico nel suo genere, per violenza manifesta a causa di evidente carenza di elementi oggettivi, sembra strizzare l'occhio ad un disegno più ampio, che pone la First Aid One coop sociale al centro di un polverone giudiziario, al solo scopo di favorire il lavoro nero, quelli che, attraverso specifiche denunce, sono i mandanti dell'inchiesta giudiziaria".