Fidanza si autosospende: “Mai presi finanziamenti irregolari”. La Procura apre un'indagine
Lombardia“Non c'è e non c'è mai stato in me alcun atteggiamento estremista, razzista o antisemita", afferma in una nota il capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo dopo l'inchiesta giornalistica realizzata da Fanpage. Intanto la Procura ha aperto un'inchiesta con le ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio
"Dopo aver visto il servizio confezionato ieri sera da Fanpage e mandato in onda da Piazzapulita voglio ribadire ai miei amici, ai miei elettori e a quelli di tutto il mio partito che non ho mai ricevuto finanziamenti irregolari" e che "non c'è e non c'è mai stato in me alcun atteggiamento estremista, razzista o antisemita", afferma in una nota il capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo Carlo Fidanza. "Ritengo opportuno autosospendermi da ogni ruolo e attività di partito al fine di preservare Fratelli d'Italia da attacchi strumentali", ha aggiunto Fidanza. Intanto la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta con le ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio per far luce sulla vicenda e sulla relativa alla campagna elettorale di Fratelli d'Italia per le amministrative di Milano.
Fidanza: “Non è andato in onda quando dissi no ai finanziamenti”
Nelle parti del servizio "che purtroppo non sono state mandate in onda, in più occasioni ho ribadito al 'giornalista infiltrato', che asseriva di voler contribuire alla campagna elettorale di una candidata, la necessità di farlo secondo le modalità previste dalla normativa vigente. Il fatto che questi ulteriori colloqui non siano stati trasmessi la dice lunga sulla serietà di questa inchiesta e contribuisce a dare di me e della mia attività politica un'immagine totalmente distorta. A tutela della mia reputazione mi riservo di adire la giustizia civile e penale", ha aggiunto Fidanza. "Non c'è e non c'è mai stato in me alcun atteggiamento estremista, razzista o antisemita. Semmai, nelle immagini pubblicate, ironicamente contestavo proprio le inaccettabili affermazioni, a suo dire goliardiche, di Roberto Jonghi Lavarini, che non hanno né possono avere alcuna cittadinanza in Fratelli d'Italia, partito in cui peraltro lo stesso non è iscritto né ricopre alcun ruolo", ha poi spiegato il capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo. "Ho avuto più volte occasione di polemizzare con Paolo Berizzi per alcune sue campagne di stampa (da qui l'ironia mostrata nel video), ma naturalmente giudico inaccettabile che un giornalista debba vivere sotto scorta per le minacce ricevute e per questo, pur nella irrinunciabile diversità di opinioni politiche, gli esprimo la mia solidarietà sincera", ha concluso Fidanza.
Jonghi Lavarini: “Solo battute e goliardate da bar”
"Tanto rumore per nulla, tanto fumo e niente arrosto. Solo battute, millanterie e goliardate da bar", ha affermato Jonghi Lavarini commentando l'inchiesta di Fanpage. "È un chiaro, provocatorio e strumentale, attacco politico alla destra e al centrodestra, a due giorni dal voto", ha aggiunto Lavarini che poi ha spiegato di attendere indicazioni da avvocati e amici coinvolti per diramare un comunicato ufficiale sulla vicenda.
"Tramite il mio legale ho già proceduto a diffidare Fanpage e La7 S.p.A. dal diffondere il servizio così realizzato in maniera evidentemente strumentale", ha invece affermato la candidata di Fratelli d'Italia al Consiglio comunale di Milano, Chiara Valcepina.
Giorgia Meloni: “Chiedo l'intero girato di cento ore”
"Chiedo ufficialmente a Fanpage di darmi il girato di questi tre anni. Sono rigida ma non me ne vogliate se non giudico i miei dirigenti sulla base di un filmato. Non ho problemi a rispondere, ma non chiedetemi di valutare un dirigente sulla base di un video montato da voi e curiosamente mandato in onda a due giorni dal voto. Disponibili a prendere decisioni se le responsabilità sono reali, ma vi chiedo l'intero girato di cento ore. Sono sempre stata chiara sull'onestà e sui rapporti con alcuni ambienti", ha detto la leader di FdI, Giorgia Meloni. "Vedrò Fidanza certamente",ha poi aggiunto.
L'indagine aperta dalla Procura
L'indagine aperta dalla Procura di Milano è stata affidata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ai pm Piero Basilone e Giovanni Polizzi e sarà condotta dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano. L'apertura del fascicolo è avvenuto sulla scorta dell'esposto presentato da Europa Verde e dai Verdi nel quale, come è stato fatto sapere in nota firmata dai due portavoce del partito Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, si è chiesto di far luce su quanto emerso dall'indagine giornalistica di Fanpage in merito alla campagna elettorale di Fratelli d'Italia alla Comunali milanesi che "prefigurerebbe i reati di riciclaggio e finanziamento illecito ai partiti". Per cominciare, oltre a fare accertamenti contabili, verrà acquisito il filmato integrale (un centinaio di ore di girato) con le registrazioni dei dialoghi del cronista infiltrato.
L'inchiesta giornalistica
L'inchiesta di Fanpage, realizzata con un giornalista sotto copertura tra gli esponenti di Fdi a Milano, avrebbe messo in luce sistemi per pulire finanziamenti in nero e mostrato incontri con esplicite battute razziste, fasciste e sessiste. Il giornalista, tre anni fa, si è finto un uomo d'affari a cui interessava finanziare un gruppo politico italiano al fine di ottenere vantaggi per il proprio business e ha iniziato a frequentare un gruppo di personaggi di estrema destra a Milano. Il capo, secondo l'inchiesta, è Roberto Jonghi Lavarini, detto il "Barone nero", condannato a due anni per apologia del fascismo. Tramite Lavarini, il giornalista ha conosciuto Fidanza. Tra i due si stabilisce cosi un rapporto che consente all'insider di frequentare il gruppo di esponenti di Fdi durante eventi e riunioni della campagna elettorale per le elezioni comunali a Milano per la quale sostengono la candidatura al consiglio comunale dell'avvocato Chiara Valcepina. Entrambi chiedono finanziamenti al finto uomo d'affari, col quale sono ormai in confidenza: "Le modalità sono: versare nel conto corrente dedicato. Se invece voi avete l'esigenza del contrario e vi è più comodo fare del black, lei si paga il bar e col black poi coprirà altre spese", dice Fidanza al giornalista sotto copertura. Javarini, che è deputato a queste operazioni, entra più nei dettagli: Il "barone nero" spiega di avere "una serie di lavatrici" per il finanziamento alla campagna elettorale che sostiene di avere usato più volte.
Gli insulti razzisti
Durante alcune riunioni del gruppo, inoltre, con la telecamera nascosta viene ripreso anche altro: molti dei partecipanti non condividono, con commenti pesanti, la scelta del candidato sindaco della coalizione, Luca Bernardo. Volano, nello stereotipo neofascista, battute su neri, ebrei, migranti e riferimenti al discorso di Hitler alla birreria di Monaco di Hitler, oltre a commenti sessisti. E c'è anche un momento in cui si prende in giro Berizzi, giornalista sotto scorta perché minacciato dai neonazisti. La telecamera nascosta riprende poi Longhi Javarini, che sostiene, senza fare nomi né circostanze, di essere parte di "un gruppo trasversale, diciamo esoterico, dove ci sono diversi massoni. Poi c'è tutto un filone di ammiratori di Hitler, in più abbiamo un nostro informale servizio di informazioni e sicurezza, abbiamo una rete di ex militari". Un'organizzazione trasversale ai partiti sostiene: "Noi abbiamo contatti politici all'interno del centrodestra, non solo nella Lega ma anche in Fratelli d'Italia e persino Forza Italia", afferma.