Il presunto consulente finanziario, che era fuori dall’Italia dal luglio del 2020, è stato ammanettato a Giacarta. L’inchiesta, che riguarda l'accusa di riciclaggio internazionale, è passata dalla procura di Milano a quella di Roma
Massimo Bochicchio, il presunto consulente finanziario 55enne già accusato di aver truffato, tra gli altri, l'ex allenatore dell'Inter Antonio Conte per circa 30,6 milioni e altri vip, tra cui l'allenatore Marcello Lippi, è stato arrestato ieri in Indonesia, a Giacarta, in un'inchiesta della sezione di polizia giudiziaria della guardia di finanza di Milano e dei pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, trasmessa nei giorni scorsi alla procura di Roma.
L’inchiesta passa da Milano a Roma
L'inchiesta riguarda l'accusa di riciclaggio internazionale e non le presunte truffe ai danni di molti vip e imprenditori ed è stata trasmessa nei giorni scorsi dalla procura di Milano (del caso si occupavano i pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi) a quella di Roma per competenza e connessione con quella sui maxi raggiri già in carico alla Procura della Capitale. Ora, a quanto si è saputo, col passaggio dell'inchiesta a Roma verosimilmente l'ufficio gip romano dovrà emettere un'altra ordinanza sempre per l'accusa di riciclaggio come titolo di custodia cautelare. L'inchiesta sui clienti vip truffati e ora anche quella per riciclaggio, dunque, sono in mano ai pm romani (non è più Modena, dunque, a indagare anche sulla presunta truffa a Conte, come scritto in precedenza). Negli atti dell'indagine, tra cui appunto l'ordinanza cautelare e il decreto di sequestro del gip milanese per quasi 11 milioni eseguito a febbraio, viene riportato che nelle "società Kidman Asset Management e Tiber Capital" Bochicchio avrebbe raccolto in totale circa 500 milioni di euro, tra investimenti 'leciti', quelli dei vip truffati e altri imprenditori, e 'illeciti', ossia fondi nascosti al Fisco che altri soggetti volevano ripulire. Per ora a Milano gli sono stati sequestrati circa 10,9 milioni (il riciclaggio di investimenti 'illeciti' di alcuni clienti), anche se lui intercettato nell'estate 2020, come già emerso, diceva di aver gestito investimenti per "1 miliardo e 800 milioni". Sequestrati, sempre su ordine del gip Valori, tra le altre cose, un immobile di pregio a Cortina d'Ampezzo (in provincia di Belluno), un vaso di Picasso e alcune opere di Giacomo Balla e Mario Schifano, foto di Richard Avedon, oltre che un milione di euro sui conti correnti e polizze.
I fatti contestati
Bochicchio dal 2011 in avanti, si legge negli atti, avrebbe "raccolto attraverso le società Kidman Asset Management e Tiber Capital" da lui create, controllate e guidate a Londra (città dove viveva con mogli e figli) "cospicui capitali dei propri clienti". Soldi che avrebbe 'dirottato' in investimenti "anche in Paesi a ridotta tassazione, massima tutela della riservatezza e bassa collaborazione giudiziaria, come Singapore, Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti, promettendo alti rendimenti e, in caso di necessità, anche l'assoluta riservatezza (...), omettendo i controlli antiriciclaggio prescritti". E cercando di "occultare o ad ostacolare l'identificazione degli effettivi beneficiari delle somme di denaro", investite con strumenti ad "alto rischio". Tra i nomi dei suoi clienti (non indagati) figurano pure il calciatore della Roma Stephan El Shaarawy, l'ex giocatore della Juventus Patrice Evra, Raffaele Trombetta, ambasciatore italiano nel Regno Unito, Marcello Lippi, ex ct della nazionale campione del mondo nel 2006, il figlio Davide e il noto architetto romano Achille Salvagni.