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Milano, violentò una donna nel 2006: condannato a oltre 13 anni

Lombardia

L’uomo, un 46enne, è stato arrestato lo scorso gennaio, incastrato dall’esame del Dna dopo oltre 14 anni. La vittima, che fu anche rapinata, lo ha riconosciuto

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È stato condannato a 13 anni e 4 mesi di reclusione un cittadino algerino, di 49 anni, arrestato il 16 gennaio con l'accusa di avere stuprato una donna nell'agosto del 2006 nel centro di Milano. Lo ha stabilito il gup del capoluogo lombardo, Sara Cipolla, al termine del processo abbreviato e delle indagini sul 'cold case’, coordinate dall'aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, prima archiviate e poi da loro riaperte. Dopo quasi 15 anni, l’uomo è stato incastrato grazie all’esame del Dna e dal fatto che la vittima, che fu anche rapinata, lo ha riconosciuto. Il pm aveva chiesto una pena di 15 anni e 4 mesi di reclusione, mentre il difensore dell'uomo, Rosemary Patrizi Dos Anjos, aveva invece chiesto l'assoluzione del suo assistito.

Le indagini

A febbraio il Tribunale del Riesame aveva rigettato l'istanza della difesa di revoca della misura cautelare in carcere emessa dal gip di Milano Tommaso Perna nei confronti dell'algerino, che durante l'interrogatorio di garanzia aveva respinto le accuse. Le indagini inizialmente vennero archiviate, ma la svolta è arrivata dopo che, il 30 novembre scorso, è stata accertata la corrispondenza del profilo genetico trovato su alcuni mozziconi di sigaretta repertati all'epoca della violenza e il tampone salivare eseguito all'indagato quando, nel 2017, era a San Vittore a causa di altri reati. 

La vicenda

Erano le 6 del mattino del 20 agosto del 2006 (la prescrizione per la violenza dovrebbe scattare dopo 20 anni dai fatti), quando la donna si presentò alla clinica Mangiagalli sotto choc, raccontando di essere stata aggredita da uno sconosciuto mentre a piedi andava alla fermata dell'autobus per recarsi al lavoro. L'uomo si sarebbe avvicinato con la scusa di chiederle l'ora e, dopo averla bloccata, l'avrebbe trascinata in un'area dismessa, in zona viale Umbria, per violentarla, dietro la minaccia di colpirla con una grossa pietra. Prima di allontanarsi le aveva anche rubato la catenina d'oro, 20 euro e il cellulare.