Così il sindaco: "Abbiamo delle idee chiare sul futuro di Milano che possono interessare anche gli elettori di altre forze politiche moderate li guardo con rispetto e capisco le loro logiche"
"Innanzitutto mi auguro un grande risultato elettorale del Pd. Poi dico da tanto tempo che si dovrebbe favorire la nascita di nuove forze politiche. Se da Milano arrivassero dei segnali, non sarebbe male per il Paese. Chiaro che il Pd sia il mio 'azionista di maggioranza' a cui porto grande rispetto, ma è altrettanto chiaro, e lo dico da anni, che bisogna aprire il campo". Così il sindaco di Milano Beppe Sala, intervistato da Il Corriere della Sera, parla della corsa al comune ormai cominciata, e dell' apertura a nuove forze.
Le dichiarazioni
"Sono stato tra i primi in Italia a dire che bisogna guardare ai 5Stelle. Oggi sono in una fase delicata. Mi auguro che Conte diventi ufficialmente il loro leader e che contestualmente ci sia una dichiarazione chiara della loro collocazione nell'alveo del centrosinistra. Il motivo per cui oggi credo sia meglio andare separati è che si trovano nel mezzo del fiume e dobbiamo capire su che sponda sbarcano". E ancora: "Tutti hanno in mano dei sondaggi e anche se non vedo l'ora che arrivi il periodo in cui saranno vietati, una cosa è certa: a Milano centrodestra e centrosinistra si equivalgono e a spostare da una parte all'altra i voti sono i candidati. Per questo non mi sento la vittoria in tasca e non dormo sonni tranquilli".
"Idee chiare sul futuro di Milano"
Poi: "Abbiamo delle idee chiare sul futuro di Milano che possono interessare anche gli elettori di altre forze politiche moderate li guardo con rispetto e capisco le loro logiche. Parlare a tutti i cittadini è sempre giusto, immaginare operazioni politiche poco chiare meglio di no. Il centrodestra non è tutto uguale. Ad Albertini rispondo che a Milano non ci sono le condizioni per governare insieme alla Lega. Primo perché abbiamo una visione diametralmente opposta della società. Secondo, anche se a Roma accettano una Lega di lotta e di governo, io no. Detesto l'idea che si possa essere di lotta e di governo".