Si tratta di due imprenditori e del responsabile di un'associazione senza scopo di lucro. Oltre ai tre, che sono ai domiciliari, sono indagate 43 persone e 17 aziende sparse in tutta Italia
Avevano intascato crediti fiscali fittizi attraverso il modello di versamento delle imposte e dei contributi F24, truffando così lo stato per circa 16 milioni di euro. Per questo i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano hanno arrestato due imprenditori e il responsabile di un ente bilaterale, un'associazione senza scopo di lucro costituita da sindacati e datori di lavoro, nell'ambito di una indagine coordinata dal pm milanese Paolo Filippini. Sequestrato anche lo stesso importo della truffa. Oltre ai tre, che sono ai domiciliari, sono indagate 43 persone e 17 aziende sparse in tutta Italia.
Gli indagati
Ai domiciliari sono finiti i due professionisti lombardi Alessandro Vittorio Mammoliti (risulterebbe essere anche consulente del lavoro dell'Inps) e Nazario Iadarola, e il loro collega leccese Eleno Mazzotta, segretario generale nonché legale rappresentante di Federaziende, organismo che raggruppa piccole e medie imprese nel Salento.
Il gip: "Era sistema illecito radicato"
I tre indagati avevano architettato un "sistema illecito radicato": lo scrive il gip Anna Calabi nell'ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari. Il giudice, nella sua ricostruzione, ha rilevato una "professionalità dimostrata" dai tre "nel commettere i reati contro l'Erario e la capacità di reinvestirne i profitti illeciti, grazie alla complicità e connivenza da parte di altri operatori commerciali" ha parlato di "complesse attività di frode caratterizzate dallo sfruttamento delle carenze dei sistemi telematici gestiti da Agenzia delle Entrate". Come si legge nel provvedimento "l'abilità dei professionisti porta a ritenere che gli stessi continueranno a commettere reati e questo è dimostrato dalla circostanza che dopo i due decreti di sequestro di urgenza per importi consistenti l'attività illecita è comunque proseguita in tempi recentissimi e ciò malgrado l'esistenza di altri procedimenti penali e di una misura cautelare nei confronti di uno".
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