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Mps, tribunale di Milano: "Organismo vigilanza ha omesso controlli"

Lombardia

Lo scrivono i giudici nelle motivazioni della condanna a sei anni nei confronti di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, imputati in quanto presidente ed ex amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena

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"L'organismo di vigilanza ha omesso i dovuti accertamenti". Lo scrivono i giudici nelle motivazioni con cui il tribunale di Milano lo scorso ottobre ha condannato a sei anni Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, imputati in quanto rispettivamente presidente ed ex amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena.

Le motivazioni

"L'organismo di vigilanza - scrivono i magistrati - ha assistito inerte agli accadimenti, limitandosi a insignificanti prese d'atto, nella vorticosa spirale degli eventi (dalle allarmanti notizie di stampa sino alla débâcle giudiziaria) che un più accorto esercizio delle funzioni di controllo avrebbe certamente scongiurato". Per i giudici "l'organismo di vigilanza - pur munito di penetranti poteri di iniziativa e controllo (...) ha sostanzialmente omesso i dovuti accertamenti".

"Errore contabile per neutralizzare perdite"

"La persistente rappresentazione a saldi aperti - si legge nelle motivazioni della sentenza -, proprio nell'anno 2012 (all'esito del quale si decise, come ampiamente dimostrato, di perseverare nell'errore contabile), ha permesso alla Banca di neutralizzare perdite per oltre un miliardo di euro (nel dettaglio, euro 1.301.231.403)". Secondo i giudici, inoltre, l"erroneità della contabilizzazione a saldi aperti, desumibile dal granitico compendio probatorio raccolto", aveva il fine non solo di creare un "ingiusto profitto" a favore di Rocca Salimbeni, ma anche di realizzare l''aspirazione dei nuovi apicali a vedere accresciuto (illegittimamente) il proprio personale prestigio, quali fautori della rinascita della Banca. Inoltre per il collegio, si legge in un passaggio, Profumo e Viola, "per gravità degli addebiti (ostinatamente reiterati con le insidiose modalità descritte)" avrebbero mostrato una "spiccata capacità a delinquere".

La condanna

Il tribunale li ha ritenuti responsabili dei capi di imputazione B e C, e cioè per false comunicazioni sociali relative alla semestrale del 2015 e per aggiotaggio. Gli altri reati sono stati dichiarati prescritti e per alcuni è stata dichiarata l'assoluzione perchè il fatto non sussiste. La banca invece è stata condannata a una sanzione di 800mila euro, mentre per Paolo Salvadori, allora presidente del collegio sindacale, la pena è stata di 3 anni e 6 mesi. Profumo e Viola sono stati condannati anche alle pene accessorie di rito, tra cui 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e due anni di interdizione dagli uffici direttivi di imprese.

La vicenda giudiziaria

Per l'attuale presidente di Banca Leonardo, a processo però in qualità di ex presidente di Mps, per Viola, allora ad dell'istituto di credito, per Salvandori e per la stessa banca, la Procura aveva chiesto al gip l'archiviazione, poi respinta, e, a giugno 2020, in dibattimento, aveva rinnovato la proposta di assoluzione. Le accuse erano di falso in bilancio e aggiotaggio in relazione ai derivati Alexandria e Santorini e alla loro contabilizzazione a saldi aperti nei bilanci di Mps per gli anni 2013 e 2014 e il primo semestre del 2015. Il pm Stefano Civardi, durante la sua requisitoria, prima di ribadire la richiesta di assoluzione, aveva spiegato che tale contabilizzazione, pur "non corretta" , "di certo non era diretta a ingannare soci e mercati". La difesa ha sempre sostenuto che "nessuna informazione fuorviante è mai stata data al mercato".