Aveva appena compiuto 71 anni. Dopo essere stato contagiato dal coronavirus, era stato colpito da una trombosi e la sua storia aveva commosso tutti
Calcio in lutto. Mauro Bellugi, ex calciatore dell'Inter, è morto in un ospedale a Milano. Lo apprende l'Ansa da fonti qualificate. Nella sua carriera ha giocato con Inter, Bologna, Napoli e Pistoiese, collezionando 227 presenze. Dopo essere stato contagiato dal coronavirus, era stato colpito da una trombosi e aveva subito l’amputazione di entrambe le gambe: il 13 novembre la prima, il 20 la seconda. Tuttavia aveva continuato ad avere gravi problemi di salute. La sua storia aveva commosso tutti per la forza d’animo con cui aveva affrontato il dramma dopo i primi momenti di sconforto.
Chi era Mauro Bellugi
Bellugi è cresciuto nelle giovanili dell'Inter, debuttando in prima squadra nel 1969 e vincendo appena 20enne lo scudetto del 1970-71. Il 3 novembre 1971 ha segnato il suo unico gol in carriera, nella Coppa dei Campioni '71-'72 contro i tedeschi del Borussia Moenchengladbach (nella partita vinta dall’Inter per 4-2). Nel 1974 il suo trasferimento al Bologna, dove gioca fino al 1979 diventando un punto di riferimento per la difesa degli emiliani, nonostante il grave infortunio rimediato nella stagione 1976-77 (giocò soltanto due gare). Passa al Napoli nel 1979-80 e nella Pistoiese nel 1980-81, chiudendo la carriera in Toscana. Il suo ritiro avviene per i dolori alla gambe. Con la maglia della Nazionale tra il 1972 e il 1980 ha collezionato 32 presenze, disputando i Mondiali del '74 in Germania Ovest e quelli del 1978 in Argentina. Bellugi è diventato un apprezzato opinionista televisivo, famoso per la sua competenza e la sua ironia.
L'ad dell'Inter Beppe Marotta: "Domani al derby lutto al braccio"
"Mauro era l'eroe di un calcio romantico che non c'è più", commenta Beppe Marotta, ad dell'Inter, annunciando che domani nel derby la squadra nerazzurra ricorderà Bellugi con il lutto al braccio. "Ringrazio la Lega - dice Marotta all'ANSA - che ci ha consentito di ricordarlo nell'unico modo possibile, nella partita che è stata tante volte cruciale nella sua carriera e che da lassù gli spiacerà non poter seguire da vicino. Giocheremo col lutto al braccio e sarà osservato un minuto di silenzio prima della gara". Marotta ricorda Bellugi come simbolo di "un calcio romantico, oramai passato: era fatto di grande passione e senso di appartenenza da una parte, di mecenatismo e di proprietà familiari dall'altra. C'è il famoso episodio della villa regalatagli da Moratti come grande riconoscimento al suo attaccamento. I calciatori - prosegue Marotta - erano molto legati alla maglia e alle famiglie proprietarie, il senso di appartenenza nasceva dal legame con compagni, c'erano meno trasferimenti".
"Ho avuto modo di sentirlo la settimana scorsa - racconta ancora Marotta -, pur avendo perso gli arti inferiori aveva un entusiasmo eccezionale e una grande voglia di essere ancora protagonista. Tant'è che gli avevamo dato l'incarico di osservatore, 'guarda per noi più partite possibili', gli avevo raccomandato. Lui però - conclude Marotta - mi aveva confessato la sua tristezza dietro quell'infinito coraggio. 'Sai - aveva detto - per un calciatore perdere le gambe è come per un pianista perdere le mani".
Anche il Bologna giocherà con il lutto al braccio
Cordoglio anche dal Bologna Calcio che questa sera giocherà con il lutto al braccio nella trasferta a Reggio Emilia con il Sassuolo. Bellugi arrivò a Bologna dall'Inter, acquistato dal presidente Luciano Conti, come stopper elegante e di grande fisicità, e fu poi ceduto al Napoli non prima di essere stato capitano e di aver rappresentato il Bologna anche in Nazionale negli Azzurri di Bearzot ad Argentina '78. "Tutto il Bologna Fc 1909 ricorda con stima ed affetto la figura di Mauro e partecipa al dolore dei familiari", scrive il club.
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