Sigilli a cinque auto di lusso e quattro motociclette, oltre a quattro unità immobiliari, oggetti preziosi e denaro contante per circa centomila euro
Beni per circa un milione di euro sono stati sequestrati in via preventiva dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Milano, coordinati dalla Dda, nei confronti di un presunto trafficante internazionale di droga, G. C., detto 'il principe', già condannato a 9 anni di reclusione.
Il sequestro
Tra i beni sequestrati, su disposizione della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, anche cinque auto di lusso, come una Lancia Delta Hf integrale, e quattro motociclette, oltre a quattro unità immobiliari, oggetti preziosi e denaro contante per circa centomila euro.
Le indagini
A quanto emerso durante le indagini della Procura di Monza, il 35enne importava grossi carichi di hashish e marijuana dalla Spagna anche formalmente risultava nullatenente. L'uomo era stato arrestato nel 2019 durante l'operazione 'Waiting' e poi condannato in primo grado a nove anni. Le indagini erano scattate proprio "per l'evidente sproporzione tra il suo tenore di vita e le disponibilità economiche e finanziarie dichiarate", dato che "l'indennità di disoccupazione percepita dalla sua compagna risultava, apparentemente, l'unica fonte di reddito ufficiale del suo nucleo familiare".
Il traffico di droga
E' stato ricostruito "un ingente e sistematico traffico di droga proveniente dalla Spagna e destinato all'Italia, attraverso l'utilizzo di carichi di copertura costituiti principalmente da pallet di laminato, formalmente spediti ad una società" di Milano "risultata essere una mera cartiera". Sono state individuate, spiegano gli investigatori, "oltre 260 spedizioni di copertura provenienti dalla Spagna, avvenute tra il mese di gennaio 2018 e maggio 2019, contenenti circa 6,5 tonnellate di hashish e marijuana, che hanno generato un volume d'affari illecito superiore agli 11 milioni di euro". Il patrimonio accumulato è stato poi riciclato con "investimenti in beni mobili ed immobili la cui titolarità è stata occultata attraverso l'utilizzo di prestanome, anche tra i propri familiari".