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Frode fiscale: 24 misure di custodia cautelare nel Bresciano

Lombardia
©Fotogramma

La guardia di finanza ha anche applicato due misure interdittive dalla professione. Sequestrati beni per circa 21 milioni di euro. Le indagini hanno interessato 104 persone fisiche e 126 società

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Nel corso di un'operazione della guardia di finanza di Brescia e di Pisogne (in provincia di Brescia) sono state eseguite 24 misure di custodia cautelare, e l'applicazione di due misure interdittive dalla professione, nei confronti di altrettanti soggetti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale. I principali coinvolti sono F.N.C., con studio a Sirmione, L.F., amministratore dell'omonimo studio sempre a Sirmione e la madre G.F.. Arrestato anche M.B., a capo di numerose società ritenute cartiere e già arrestato a febbraio di un anno fa nell'ambito di un'altra inchiesta fiscale.

L’operazione

L'operazione, coordinata dalla locale procura della Repubblica, è incentrata su uno studio contabile di Sirmione e riguarda il sequestro di beni per circa 21 milioni di euro. L'attività investigativa, che ha iscritto nel registro degli indagati 104 persone fisiche e ha coinvolto 126 società (tra "cartiere" e imprese realmente operanti e con sede a Brescia, Bergamo, Milano, Monza-Brianza, Torino, Pavia, Alessandria, Parma, Genova, Firenze, Roma, Latina, Salerno, Bari, Trapani), ha consentito di ricostruire un'imponente frode fiscale, ideata da professionisti bresciani e incentrata su un sistema di emissione di false fatture e falsi crediti tributari per diversi milioni di euro, che venivano ceduti ai clienti dietro il pagamento di un corrispettivo, al fine di compensare i debiti da loro maturati verso l'erario. Sono state emesse dagli indagati fatture per operazioni inesistenti per circa 270 milioni di euro, che hanno consentito di abbattere, complessivamente, un debito Iva per circa 47 milioni di euro ed evadere l'Ires per oltre 58 milioni di euro, oltre che di cedere crediti fittizi per 21 milioni di euro. "Per realizzare questa maxi frode è stata messa in campo una rete sovranazionale. I promotori della frode sono consulenti fiscali" ha spiegato il procuratore capo di Brescia Francesco Prete.