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Covid, la Lombardia si sta preparando per la terza ondata

Lombardia
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Lo ha detto il dirigente della Direzione generale Welfare della Regione, Marco Salmoiraghi

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"Stiamo preparandoci per la terza probabile ondata di gennaio. Nessuno di noi sa esattamente il quando e l'entità, ma tutti ragionevolmente prevediamo che purtroppo questo avvenga". Lo ha detto il dirigente della Direzione generale Welfare della Regione Lombardia, Marco Salmoiraghi, sottolineando che "la preparazione della terza ondata troverà il sistema ancora più stanco rispetto alle prime due ondate". (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA - LA SITUAZIONE A MILANO - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

La seconda ondata

Già in questa seconda ondata, ha aggiunto, "soprattutto nelle province che erano state pesantemente colpite dalla prima abbiamo avuto delle difficoltà a coinvolgere operatori e strutture che mostravano evidenti segni della fatica, e questo va attentamente ponderato". Inoltre, sulla base delle esperienze delle prime due ondate "abbiamo redatto un'ulteriore nota per gli ospedali, uscita il 7 dicembre. Nella prima parte stimiamo che alla fine di dicembre dovremmo scendere fino a circa 450-550 pazienti nelle terapie intensive rispetto ai 700 attuali, e fino circa 4500-5000 pazienti nei reparti per acuti rispetto ai settemila attuali. Vuol dire che partiamo non da un livello zero come a giugno e luglio, e questo ci deve far stare particolarmente attenti perché la terza ondata troverà un sistema più stanco e un po' più sovraccarico", ha spiegato Salmoiraghi. "Chiediamo - ha aggiunto - che ogni struttura ospedaliera pubblica e privata predisponga un piano di interno di riattivazione progressiva ma veloce delle sezioni per l'assistenza dei pazienti Covid, in funzione della eventuale crescita di questo terzo picco epidemico, in modo di far reagire il sistema nel modo più veloce e funzionale possibile". Il piano dovrà essere presentato alle Ats entro fine dicembre. Per le prossime settimane, viste anche le festività natalizie, infine, "abbiamo suggerito di considerare periodo di riposo del sistema, soprattutto per i sanitari".