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Como, indagate 19 persone: c'è anche l'ex sindaco di Campione

Lombardia
©Fotogramma

I reati contestati coprono un arco temporale dal 2013 al 2018 e riguardano la gestione del Comune (per il quale è stato dichiarato il dissesto il 7 giugno 2018) e la gestione della società (dichiarata fallita dopo la dichiarazione di dissesto del Comune)

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A Como la guardia di finanza ha notificato a 18 persone e alla società Casinò di Campione Spa un avviso di conclusione delle indagini preliminari ai sensi dell'art. 415 bis del codice penale. L'inchiesta ipotizza un dissesto da 61 milioni nelle casse del Comune di Campione d'Italia, causato da una serie di illeciti nel rapporto con il Casinò, a sua volta portato al fallimento nel 2018 con 130 milioni di euro di debiti, lasciando a casa 500 dipendenti.

L'inchiesta

L'indagine della Procura di Como e della guardia di Finanza era nata in seguito a un esposto presentato tre anni fa dall'allora sindaco dell'enclave italiana in terra Svizzera, Roberto Salmoiraghi, uno degli indagati per i quali la Procura si appresta a chiedere il rinvio a giudizio. Sotto inchiesta si trovano due ex sindaci (Salmoiraghi, tornato in carica tra il 2017 e il 2018 dopo i mandati negli anni '80 e '90 e Marita Piccaluga in carica dal 2007 al 2017), i relativi vice, il capo area economico-finanziaria del Comune, poi gli ex vertici del Casinò di Campione, ovvero l'ex ad Carlo Pagan, i componenti del cda oltre a sindaci e revisori dei conti.

Le accuse

Le accuse, a vario titolo, vanno dall'abuso d' ufficio al falso in bilancio, per passare al falso in atto pubblico. In sintesi tutto ruota attorno al Casinò di Campione e alle cosiddette "decadali", vale a dire ai soldi che la casa da gioco doveva annualmente al Comune, unico azionista della società di gestione. Un mare di soldi: basti pensare che dal 2006 al 2018 sono stati versati 577 milioni e 375 mila franchi svizzeri, pari a 530 milioni di euro, a un Comune di 1900 abitanti, che contava più di 100 dipendenti. Con la crisi delle case da gioco, acuita dagli ingenti oneri per la nuova sede faraonica, Campione ha iniziato ad accumulare perdite su perdite, fino ad arrivare al fallimento nel 2018 (sospeso dalla Corte d'Appello per questioni formali, si attende la Cassazione) con 500 dipendenti e 130 milioni di euro di debiti. Ne è derivato lo stato di dissesto per il Comune, dichiarato nel 2018. Secondo la Procura gli indagati avrebbero rinunciato agli introiti causando un dissesto nelle casse del Comune di 61 milioni di franchi (amministrazione Piccaluga), modificato la convenzione con la casa da gioco a danno del Comune (amministrazione Salmoiraghi) e provveduto a un indebito anticipo di tesoreria a favore del Casinò da 21 milioni (sempre Salmoiraghi).

Tra i reati contestati anche falso in bilancio e falsificazione dei conti pubblici

Per gli amministratori del Casinò, invece, la contestazione è di falso in bilancio per aver "gonfiato" indebitamente il patrimonio netto nascondendo il reale stato in cui versavano le casse della casa da gioco. Ad alcuni ex amministratori comunali e ai revisori è anche contestata la falsificazione dei conti dell'amministrazione pubblica così da poter alterare il risultato dei rendiconti di gestione dal 2012 e il 2017 e nascondendo la reale situazione delle casse comunali, in enorme sofferenza già otto anni fa. Ora gli avvocati avranno due settimane di tempo per presentare eventuali memorie difensive e tentare di evitare, così, l'eventuale richiesta di processo da parte della Procura di Como.