"C'è un dopo e bisogna pensarci adesso - ha detto il primo cittadino citando Mario Draghi -. Il senso è che bisogna lavorare, pianificare, non farsi cogliere impreparati"
Nel consueto video messaggio rivolto ai cittadini e pubblicato su Facebook, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha parlato della Fase due e della riapertura, “argomento all'ordine del giorno”.
“Io vi voglio rassicurare - ha detto il primo cittadino - sul fatto che stiamo lavorando per preparare la città sui servizi di mobilità alla riapertura. E' chiaro che sarà assolutamente importante la vostra collaborazione, sarà uno sforzo collettivo. Milano non è come un'auto che giri la chiave e il motore si accende, sono tanti motori e i motori siamo noi. Servirà un grande atteggiamento collaborativo da parte di tutti ma noi faremo la nostra parte". "C'è un dopo e bisogna pensarci adesso - ha sottolineato Sala -. Non sono parole mie ma le prendo a prestito da Mario Draghi che le ha pronunciate all'inizio di questa pandemia. Il senso è che bisogna lavorare, pianificare, non farsi cogliere impreparati".
Sala a Fontana: "Chiarezza sui contagi a Milano"
Durante il suo video messaggio Sala si è poi rivolto al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per chiedere di "avere maggiore chiarezza" sui dati dei contagi da Coronavirus a Milano. "C'è una grande incertezza sui contagi. Mi trovo in imbarazzo perché io ho dei dati sulla progressione dei contagi e il numero è 7216, poi ho gli scienziati che mi dicono altri numeri - ha detto Sala -. Come dice il professore Carlo La Vecchia in un'intervista di oggi: a Milano i contagiati sono tra i 150 mila e i 300 mila. Quindi noi dibattiamo di un numero che sono quei 7 mila e la scienza ci dice 300 mila. Capite l'incertezza e l'imbarazzo". Per questo "sto chiedendo al presidente Fontana di avere maggiore chiarezza su questi numeri, ovvero capire da dove nasce quella misurazione".
Sindaco Milano: "Attenta gestione per non tornare a fase 1"
Il sindaco Giuseppe Sala ha poi dichiarato: "La mia convinzione è che non ci sarà una fase uno e una fase due. Ma una fase due, tre, quattro e ci vorrà una attenta gestione affinché non si torni a una fase uno. Sulla situazione clinica ci sono buone notizie. Gli ospedali sono meno in tensione di una settimana fa, altrettanto oggettivamente è aumentata la nostra capacità in termini di terapia intensiva negli ospedali. L'altra buona notizia è che i nostri santi medici di base hanno messo a punto modalità per cercare di aiutarci anche stando a casa. Infine, le morti stanno diminuendo".
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