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Milano, 'talpa' al Tribunale fallimentare: 7 arresti per truffa

Lombardia

Il gruppo sarebbe riuscito ad appropriarsi di crediti irreperibili, ossia non riscossi dai creditori, per 2 milioni di euro, ingannando i giudici del Tribunale fallimentare. Il procuratore Greco: "Falle nelle norme"

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Sette ordinanze di custodia cautelare e un obbligo di domicilio sono stati eseguiti stamattina dalla guardia di finanza di Milano nei confronti di otto indagati accusati di aver realizzato una serie di truffe per appropriarsi dei cosiddetti 'crediti irreperibili', ossia quelli non riscossi dai creditori, come quelli di persone decedute.

Gli indagati

Tra gli arrestati dal Nucleo di polizia economico finanziaria, finiti tre in carcere e quattro ai domiciliari, figura anche un cancelliere in pensione dal 2015, che faceva la 'talpa' dentro il Tribunale fallimentare di Milano. Coinvolti anche amministratori di diritto e di fatto di società italiane e lussemburghesi, curatori fallimentari e alcuni professionisti, tra cui una donna che aveva lavorato in passato anche per il Tribunale di Vicenza.

L'operazione

L'inchiesta è stata coordinata dai pm Donata Costa e Nicola Rossato. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata a reati fallimentari - in particolare una serie di distrazioni di beni dai fallimenti - truffa e falso. I fatti risalgono al periodo tra il 2012 e il 2018. Durante l’operazione è stato eseguito anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di circa 600mila euro, ossia il presunto profitto di una delle operazioni illecite al centro dell'inchiesta, che in totale avrebbero fruttato circa 2 milioni di euro.

Le truffe

Stando a quanto ricostruito nelle indagini, l’ex cancelliere individuava i crediti giacenti riconducibili a creditori irreperibili e li segnalava al gruppo che, simulando la cessione degli stessi crediti a società legate agli indagati, riusciva così a reclamare e riscuotere il denaro. Denaro che avrebbe dovuto finire nelle casse statali del Fondo unico per la giustizia.

Ingannati i giudici del Tribunale fallimentare

Gli indagati sono accusati di avere "con più azioni esecutive del disegno criminoso, al fine di assicurarsi l'indebito profitto derivante da disposizioni del Tribunale di Milano Sezione Fallimentare in danno del ministero della Giustizia, titolare del Fug" e di altri creditori, di avere determinato "l'inganno dei Giudici della sezione fallimentare inducendo loro a formare falsamente, nell'esercizio delle loro funzioni" alcuni provvedimenti. Tra questi, fino al 27 luglio 2012, lo svincolo di una somma pari a oltre 876 mila euro nell'ambito di una procedura fallimentare, in data 21 dicembre 2016 nell'ambito di un'altra procedura lo svincolo di oltre 583 mila euro, e in data 14 febbraio 2018 dello svincolo di somme per circa 238 mila euro.

Il procuratore di Milano Francesco Greco: "Falle nelle norme"

Gli indagati "dimostravano una notevole 'capacità organizzativa' ed 'intellettiva' nell'inserirsi illecitamente nelle maglie del sistema normativo cogliendone le 'falle'", scrive in una nota il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco. "Nello specifico la legge fallimentare prevede che, in occasione della ripartizione degli attivi, decorsi cinque anni dal deposito presso l'ufficio postale o la banca, le somme non riscosse dagli aventi diritto e i relativi interessi, di non richieste da altri creditori, rimasti insoddisfatti, sono depositate nel Fondo unico Giustizia".
"Il modus operandi dell'associazione prevedeva, nella prima fase - spiega il procuratore -, la ricerca e la individuazione, anche mediante la compiacenza di un funzionario amministrativo in servizio, all'epoca dei fatti, presso la cancelleria della sezione fallimentare, delle procedure all'interno delle quali fossero giacenti somme spettanti a creditori defunti o irreperibili". "Successivamente, venivano predisposte false operazioni di cessione del credito 'retrodatandole' rispetto alla data di morte dei legittimi creditori delle procedure, con la compiacenza di un funzionario del comune di Ome (Brescia), addetto all'autentica delle firme".