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Bergamo, confiscate 19 auto di lusso a pregiudicato già in carcere

Lombardia
Foto di Archivio (Agenzia Fotogramma)

Il provvedimento cautelare rappresenta il secondo step dell'indagine "Pay to live" che a novembre aveva portato all'arresto di due fratelli vicini ad ambienti 'ndranghetisti, e di un 66enne

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Questa mattina sono state confiscate, dalla guardia di finanza di Bergamo, 19 auto di lusso risultate nella disponibilità di un pregiudicato, attualmente in carcere per estorsione e sequestro di persona. Il provvedimento cautelare rappresenta il secondo step dell'indagine "Pay to live" che a novembre aveva portato all'arresto di due fratelli calabresi, vicini ad ambienti 'ndranghetisti, e di un 66enne bergamasco, attivo nel commercio di autoveicoli e che si era è avvalso dell'azione violenta dei due fratelli per recuperare i propri crediti.

L'inchiesta e le auto sequestrate

All'atto del suo arresto, i finanzieri avevano rilevato nella disponibilità dell'imprenditore diverse auto intestate a una società con sede a Paratico (Brescia) e amministrata da un 52enne di Bergamo, che le indagini hanno dimostrato essere in realtà un mero prestanome. Tra le auto confiscate ci sono tre suv Porsche Cayenne, un'Audi e una Bmw, per un valore complessivo stimato in 100 mila euro. La compravendita dei veicoli da parte del pregiudicato veniva esercitata totalmente in nero ed era anche connotata dal sistematico ricorso alla violenza nella fase del recupero del credito, sussistendo, inoltre, come scrive il giudice nel suo provvedimento, "gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di estorsione e considerato che l'indagato non ha dichiarato redditi tali da giustificare il possesso dei beni di cui è risultato avere la disponibilità".

Le parole degli inquirenti

Le fiamme gialle fanno sapere che "l'operazione che ha assicurato alla giustizia elementi ritenuti contigui alla criminalità calabrese e bergamasca e l'aggressione patrimoniale dei beni il cui possesso da parte di un pregiudicato non è giustificato dai redditi dichiarati, s'inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria a contrasto dei più gravi illeciti e delle infiltrazioni del malaffare nel tessuto economico sano".