Bergamo, paziente colta da infarto dopo le dimissioni: medico sospeso
Lombardia“Colgo l'occasione per esprimere tutto il mio rammarico per gli eventi negativi subiti dalla signora – ha detto il direttore dell'ospedale di Romano di Lombardia - Emerge che vi sia stata una non completa applicazione del protocollo aziendale”
È stato sospeso dall'ospedale di Romano di Lombardia il medico che si è occupato della paziente, M. T. S. 42enne di Cividate al Piano (Bergamo), colta da infarto dopo essere stata dimessa dall'ospedale dove si era recata lamentando dolori riconducibili proprio ai sintomi dell'infarto. La donna è ricoverata in coma all'ospedale di Chiari (Brescia) dallo scorso 20 novembre.
La sospensione del medico
La Commissione d'inchiesta interna all'Asst Bergamo Ovest, istituita su mandato del direttore generale, Peter Assembergs, oggi ha concluso gli accertamenti e sospeso il medico che si è occupato del caso, per non aver applicato il protocollo aziendale previsto e confermato la chiusura del rapporto con la società per cui lavorava il professionista, la Coop sociale onlus 'Società Panacea Soccorso e Servizi Sanitari' di Treviglio".
Le parole del direttore dell'ospedale
“Colgo l'occasione per esprimere tutto il mio rammarico per la concatenazione di eventi negativi subiti dalla signora - commenta Assembergs - Emerge, infatti, che vi sia stata una non completa applicazione del protocollo aziendale da parte del medico. Dal nostro punto di vista le azioni correttive, al fine di evitare il ripetersi di fatti simili, saranno nell'ordine: sospensione immediata del medico in questione; conferma della chiusura del rapporto con la Società Panacea Soccorso e Servizi Sanitari Coop. Soc Onlus di Treviglio al 31/12/2019; apertura di un procedimento disciplinare interno per omissioni legate alla non segnalazione preventiva dell'evento avverso; trasmissione del verbale della Commissione d'inchiesta interna ai direttori generali della Dg Welfare e dell'Ats della Provincia di Bergamo, con riserva di eventuali ulteriori atti a tutela dell'Azienda e di tutti i pazienti".
La ricostruzione della Commissione
La Commissione ha avuto il compito di indagare sulle cause e sulle responsabilità dei potenziali errori sanitari avvenuti il 20 novembre, durante il ricovero nel Pronto soccorso dove la paziente era giunta alle 14,35. Pochi minuti dopo, l'infermiere di triage ha raccolto i parametri vitali, facendola accedere con codice giallo, all'ambulatorio dove, alle 14,48, il medico l'ha visitata, prescrivendole esami ematochimici, ecg, rx torace, rx addome. Spiega una nota dell'azienda ospedaliera che secondo le conclusioni della commissione "al momento della valutazione in pronto soccorso non erano presenti elementi obiettivi a favore di una sindrome coronarica acuta", l'ecg era normale e gli enzimi cardiaci erano negativi. "Il dolore toracico era insorto alle 10 e, all'arrivo in Ps, erano passate già 5 ore, quindi la Troponina avrebbe potuto essere già 'innalzata' a valori patologici". "In considerazione del profilo di rischio della paziente e della natura dei sintomi, un monitoraggio clinico e strumentale con esecuzione di ecg seriali e ridosaggio della Troponina a tre/sei ore, avrebbero potuto portare a una corretta definizione diagnostica del quadro clinico, anche nel rispetto del protocollo aziendale PRTDEAC01; 3) Non vi è evidenza della rivalutazione della sintomatologia soggettiva al momento della dimissione (dolore, nausea, sudorazione…) della paziente dal Pronto soccorso"