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Milano, corruzione all'Ortomercato: tre arresti tra cui il direttore generale della Sogemi

Lombardia
Foto di Archivio (ANSA)

Dalle indagini è emerso un sistema di corruzione "radicato". L'inchiesta riguarda le commesse di facchinaggio assegnate alle cooperative attive all'interno dell'Ortomercato

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A Milano la polizia ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un imprenditore, un dipendente di una cooperativa e un dirigente pubblico. Quest'ultimo è Stefano Zani, direttore generale della Sogemi, società controllata dal Comune che gestisce i mercati all'ingrosso di Milano, la realtà produttiva più grande d'Italia che ha un giro d'affari di due miliardi e mezzo di euro.

Le accuse

Zani è stato posto ai domiciliari, misura prevista anche per gli altri due arrestati: Giorgio Gnoli e Vincenzo Manco. Il primo è l'amministratore della Ageas Impresa Consortile Lombarda srl, una delle società che si occupano di facchinaggio nell'Ortomercato mentre Manco è un dipendente della cooperativa, a cui viene contestata anche l'istigazione alla corruzione. I tre sono accusati di corruzione nell'ambito delle commesse di facchinaggio assegnate alle cooperative attive all'interno dell'Ortomercato di Milano. Secondo quanto emerge dal provvedimento firmato dal gip Carlo Ottone De Marchi, l'11 gennaio 2018 Gnoli e Manco avrebbero tentato di convincere un ispettore dell'Ortomercato con offerte e promesse di denaro. L'uomo ha però rifiutato e quattro mesi dopo ha ricevuto a casa un proiettile con un messaggio minatorio.

Gli atti dell'inchiesta

Cene in ristoranti di lusso, viaggi, soldi, il restauro di un prezioso mobile antico, l'assunzione di un'amica in una cooperativa. Sono queste le "regalie" che Zani avrebbe ricevuto da Gnoli. È quanto emerge dagli atti dell'inchiesta per presunta corruzione. "Zani e Gnoli avevano uno stretto rapporto d'amicizia e professionale - ha spiegato il capo della Squadra mobile, Marco Calì -. In diverse occasioni, l'allora direttore di Sogemi è intervenuto per ridimensionare le sanzioni che colpivano la società di Gnoli, sorpresa dagli ispettori in difetto con la consegna mensile delle rendicontazioni contabili. Sanzioni che prevedono la sospensione dell'attività all'Ortomercato anche per 15 giorni, con multe da duemila euro al giorno. Zani, intervenendo personalmente, tra le altre cose diminuiva i giorni di sospensione. I due si frequentavano spesso, ma a un certo punto la loro vicinanza è diventata troppo evidente e così hanno iniziato a comunicare in modo criptato, con squilli e telefonate monosillabi".

Altri due indagati

Oltre ai tre arrestati, ci sono altri due indagati nell'indagine. Si tratta di un dipendente della Sogemi e di uno della Ageas, la società amministrata da Giorgio Gnoli, il quale "aveva un rapporto personale molto stretto" con l'allora direttore generale di Sogemi. Secondo le indagini, quando Zani ha iniziato a evitare gli inviti a cena di Gnoli, per timore di essere troppo esposto, l'imprenditore ha capito di non poter più contare come un tempo sul numero uno di Sogemi e ha tentato di aggirare l'ostacolo avvicinando un ispettore della società. Secondo quanto riferito dagli investigatori, assieme al suo dipendente Manco, gli avrebbe offerto soldi e la possibilità di un incarico, ricevendo il secco rifiuto da parte dell'ispettore. Il quale, poco dopo, si è presentato alla polizia per raccontare il tentativo di corruzione. Nel maggio 2018, quattro mesi dopo la proposta, gli è stata recapitata a casa una lettera minatoria con un proiettile. L'episodio, tuttavia, non è stato attribuito a nessuno degli indagati. "Questa indagine è nata grazie all'onestà di quest'uomo - ha commentato Calì -. È la dimostrazione che ci sono impiegati fedeli e seri che rendono onore a tante persone che lavorano nel comparto".

La nota della Sogemi: "Società soggetto danneggiato"

"Per quanto a conoscenza della Società il Direttore risulta indagato per atti, comportamenti e responsabilità personali e che coinvolgono la Società nella eventuale posizione di soggetto danneggiato": così Sogemi, in una nota, commenta l'arresto del direttore affari generali Stefano Zani. "Già dalla fine dello scorso anno Sogemi, in attesa del completamento del lavoro delle autorità competenti, aveva posto in essere alcune azioni organizzative - si legge nella nota - al fine di tutelare i propri interessi, la propria immagine e la propria integrità patrimoniale provvedendo a circoscrivere le responsabilità del Direttore per evitare l'insorgere di qualsiasi potenziale conflitto di interesse". "Sogemi ha fornito e continua a fornire ampia collaborazione alle Autorità e mantiene un atteggiamento prudente in ogni valutazione e commento di tale situazione. Il Presidente Ferrero - conclude il comunicato - ha dichiarato il suo profondo rammarico ricordando che da ormai 3 anni la Società e l'azionista Comune di Milano sono impegnati in un intenso sforzo di rilancio strategico e operativo del Mercato Agroalimentare".