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Tangenti in Lombardia, il gip: “Sozzani ha usato immunità come scudo”

Lombardia

Lo scrive il gip di Milano Raffaella Mascarino respingendo l’istanza di revoca della misura cautelare avanzata dai legali del deputato di FI. Un provvedimento mai eseguito perché la Camera, il 18 settembre, ne aveva bloccato l'applicazione 

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Si è fatto "scudo dell'immunità parlamentare di cui gode", senza mai rendere ai pm "la propria versione": è quanto scrive il gip di Milano Raffaella Mascarino riferendosi a Diego Sozzani, deputato di FI indagato nella maxi inchiesta su un presunto giro di tangenti in Lombardia, nei confronti del quale è stata emessa a maggio una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari mai eseguita perché la Camera, il 18 settembre, ha negato l'autorizzazione all'applicazione del provvedimento. Le parole del gip Mascarino si leggono nell’ordinanza con cui il giudice ha respinto l'istanza di revoca dei domiciliari, presentata dai legali Carla Zucco e Massimo Dinoia.

"Quadro indiziario corroborato sotto ogni aspetto"

Sozzani è accusato di un presunto finanziamento illecito da 10mila euro ricevuto nel marzo 2018 dall'imprenditore Daniele D'Alfonso della Ecol service, che ha confermato la circostanza a verbale. In più, il deputato di FI è indagato anche per corruzione in uno stralcio dell'indagine per altri fatti. Nell’ordinanza il gip riporta intercettazioni e verbali spiegando che "il quadro indiziario" a carico di Sozzani risulta "corroborato sotto ogni aspetto" dalle indagini di questi mesi, e anche nonostante la Camera avesse negato anche l’utilizzo di quattro intercettazioni nei confronti di Sozzani. Per il gip inoltre il finanziamento contestato non ha "costituito un episodio isolato nella condotta politica ed imprenditoriale dell'Onorevole Sozzani". E ciò emerge, come si legge ancora, proprio da uno dei tanti verbali resi da Nino Caianiello, ex responsabile FI a Varese e ritenuto il ‘burattinaio’ del sistema.

Il racconto di Nino Caianiello

"Il mio scopo era quello di trovare ulteriori fondi per finanziare la campagna elettorale di Tatarella, mio principale candidato alle elezioni europee, unitamente alla Comi", ha detto in un verbale del 13 settembre Nino Caianiello, dopo aver deciso di collaborare con i pm puntando al patteggiamento. Tatarella, ha raccontato, "come ogni candidato alle elezioni Europee, aveva bisogno di voti e di sostegno economico. Per questa ragione, io richiesi a Sozzani di attivarsi per dare un sostegno a Tatarella, anche in ragione del sostegno che Tatarella, per il tramite di D'Alfonso, aveva fornito per la campagna elettorale di Sozzani per le elezioni politiche". Caianiello ha chiarito inoltre che un biglietto con su scritto 'Tata-Ecol 10.000 euro Europee' "attestava l'impegno a riconoscere da parte di Sozzani e Tolbar (suo amico e presunto collettore) la cifra di 10mila euro in favore di Tatarella". Ciò, per il gip, dimostra come il deputato "si presti a compiere un'operazione uguale e contraria per sostenere l'elezione del compagno di partito" e come "abbia mantenuto i contatti con i principali protagonisti dell'indagine". Il gip ritiene che "ben difficilmente" Sozzani "sarà disposto a recidere la fitta rete di relazioni di carattere politico, economico e imprenditoriale intessuta nel corso degli anni" e che anzi sia "ancora disposto a piegare la carica pubblica" a favore "di interessi privati propri e dei proprio sodali". 

Il rapporto tra Caianiello e Sozzani

Ai pm Caianiello ha raccontato che "fui io a presentare Sozzani a Tatarella e D'Alfonso (imprenditore) perché questi ultimi mi dissero che avevano la necessità di trovare un referente politico in Piemonte perché lì la società di D'Alfonso aveva partecipato e comunque aveva interesse a partecipare ad una serie di gare". Inoltre, "dissi a Tatarella che sarei riuscito ad organizzare un incontro per il tramite di Sozzani con i rappresentati politici di quell'area, cosa che effettivamente avvenne". In più, ha aggiunto, "Sozzani mi disse che era riuscito ad individuare due persone che avrebbero curato la campagna elettorale di Tatarella in provincia di Novara e che, tuttavia, occorreva trovare il modo di retribuire queste persone". E ancora: "Ho saputo che D'Alfonso, oltre a finanziare la campagna elettorale di Sozzani, ha affidato un incarico alla società Skylab di Sozzani che si occupava dell'analisi delle acque. Come contropartita Sozzani era riuscito a trovare a D'Alfonso e Tatarella una serie di entrature nel Novarese come ad esempio la società Acqua Novara di Gallina (uno degli indagati nell'indagine)".