La produzione nello stabilimento, che si occupa di motori marini e gruppi elettrogeni, cesserà nel giugno 2020. La decisione è stata annunciata lo scorso 1 ottobre
E’ stata indetta dai sindacati dei metalmeccanici un'assemblea aperta, che si terrà giovedì prossimo 31 ottobre per discutere del futuro dello stabilimento Cnh-Fpt di Pregnana Milanese (Milano), la cui chiusura è stata annunciata lo scorso 1 ottobre. La produzione nello stabilimento, che si occupa di motori marini e gruppi elettrogeni, cesserà a giugno 2020. La decisione coinvolge circa 150 lavoratori. Lo stesso giorno è stata annunciata anche la chiusura di San Mauro Torinese, in Piemonte. Per lunedì 28 ottobre il Mise ha convocato a Roma le parti, mentre per il 31 ottobre, parallelamente all’assemblea, è stato indetto uno sciopero nazionale di categoria di due ore proclamato dai sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil.
Le parole dei sindacati
"Abbiamo deciso di organizzare un'assemblea pubblica davanti ai cancelli di Fpt Industrial - spiegano Marco Giglio, coordinatore Fim-Cisl, Roberta Turi, segretario generale Fiom-Cgil Milano e Francesco Caruso, segretario Uilm Milano, Monza e Brianza - alla quale interverranno le lavoratrici e i lavoratori di altre aziende e alla quale inviteremo le forze politiche e sociali e i rappresentanti delle istituzioni a ogni livello". "Chiederemo loro un impegno concreto - concludono i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm - per risolvere positivamente non solo la vertenza Cnh-Fpt Industrial ma anche quelle delle troppe realtà che, sul nostro territorio, rischiano pesanti ristrutturazioni".
"Lo stabilimento può e deve continuare a funzionare"
"Il primo elemento da sottolineare - affermano i sindacalisti - è che l'azienda non si è presentata all'incontro in Regione Lombardia". "Questo la dice lunga sull'interesse di Cnh a trovare soluzioni alternative alla cessazione dell'attività di uno stabilimento che può e deve continuare a funzionare". Secondo i sindacati "il sito di Pregnana non ha alcun problema di ordini e commesse ma, soprattutto, garantisce grandi ricavi economici all'azienda" e la sua chiusura "avrebbe un impatto su un territorio già segnato da pesanti ristrutturazioni con la cancellazione scientifica e inaccettabile di 300 posti di lavoro".