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Scala, salta accordo sulla diaria: annunciati scioperi dal 18 ottobre

Lombardia
Foto di archivio (Agenzia Fotogramma)

Le proteste sono nate dopo la mancata ratificazione da parte del cda dell'accordo sulla diaria nelle tournée, stipulato lo scorso maggio. I sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fials hanno chiesto "un incontro urgente per affrontare le questioni di merito"

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Dopo la mancata ratificazione, da parte del cda della Scala, dell'accordo sulla diaria nelle tournée, stipulato lo scorso maggio, i sindacati hanno annunciato scioperi a partire dal 18 ottobre, data della prima rappresentazione del Giulio Cesare di Haendel.

L'accordo del 21 maggio

Lo scorso 21 maggio i sindacati hanno firmato con la direzione del teatro un accordo per introdurre una nuova indennità di disagio all'estero di 50 euro per molti Paesi, ma non tutti (non è riconosciuta ad esempio in Svizzera, Stati Uniti o Arabia Saudita). Un accordo che per entrare in vigore però aveva bisogno del via libera del consiglio. Le attuali tariffe per le trasferte, hanno spiegato i sindacati, sono ferme dal 2001 e non permettono di coprire le spese di vitto in città costose come Shanghai, dove la Scala sarà in tournée con due opere proprio questo mese. 

Le richieste dei sindacati

Cgil, Cisl, Uil e Fials hanno chiesto "un incontro urgente per affrontare - si legge nella dichiarazione dello stato di agitazione - le questioni di merito, compresi gli effetti retributivi per il personale che ha partecipato alle trasferte già effettuate".

Le parole del presidente del Teatro Giuseppe Sala

L'annuncio arriva il giorno dopo l'ufficializzazione dell'addio di Alexander Pereira, che lascerà la Scala il 15 dicembre e l'arrivo, prima come sovrintendente designato e dal primo marzo come guida vera e propria, di Dominique Meyer, che ieri si è presentato ai membri del cda. Ieri, alla fine del consiglio di amministrazione, il sindaco Giuseppe Sala, che è presidente del teatro, aveva parlato della questione della diaria per le tournée ormai insufficiente come di un "problema che sta esplodendo", ma aveva aggiunto che le indennità sono definite per legge e quindi non possono essere modificate, se non con un intervento legislativo. Per questo aveva chiesto al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini di inserire una variazione delle tabelle nella prossima finanziaria.