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Busto Arsizio, minaccia un indagato nell'inchiesta "Mensa dei poveri": arrestato estorsore

Lombardia
Immagine d'archivio Ansa

La guardia di finanza ha arrestato un 50enne per estorsione ai danni di uno dei professionisti inquisiti dalla Dda milanese sul presunto sistema di tangenti in Lombardia. L’uomo ha intimidito e minacciato di morte l'imprenditore, la moglie e i suoi familiari

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Pierfrancesco Scalone, 50 anni, disoccupato, residente nel Mantovano ma di origini pugliesi, pluripregiudicato e vicino ad ambienti della criminalità organizzata, è stato arrestato ieri dalla guardia di finanza. Le Fiamme Gialle di Busto Arsizio (in provincia di Varese) hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Milano, Raffaella Mascarino, su richiesta dei pm Luigi Furno, Silvia Bonardi e Adriano Scudieri. L’uomo è accusato di estorsione ai danni di un professionista arrestato nello scorso maggio con altri politici e imprenditori nell’ambito della nota inchiesta della Dda milanese, sul presunto sistema di tangenti in Lombardia, denominata "Mensa dei poveri".

Estorti 300mila euro in pochi anni

Gli investigatori hanno scoperto l’attività estorsiva del 50enne grazie alle intercettazioni a cui era sottoposta la vittima, a cui Scalone ha estorto circa 300mila euro nel giro di qualche anno. L’arrestato ha intimidito e minacciato di morte l'imprenditore, la moglie e i suoi familiari, ed è riuscito anche a farsi consegnare una Cadillac. Di rientro da un viaggio in Germania, dove spesso soggiornava, nei giorni scorsi è stato localizzato in un bed and breakfast della provincia di Mantova.
A causa delle continue e pressanti richieste estorsive e le "sempre più ricorrenti ed esplicite" minacce e intimidazioni, è stato ritenuto "davvero urgente", scrive il giudice, provvedere a una misura cautelare di custodia in carcere: "Se oggi non sistemo, l'unica cosa che deve cercare sarà un posto sicuro, dove non vi trovo mai, né lei e né chi le sta vicino" avvertiva Scalone rivolgendosi all’imprenditore.

Scalone si vantava del suo "curriculum criminale"

“Non siamo mai riusciti ad allontanare Pierfrancesco Scalone perchè quando ne parlavo con mia moglie alla fine decidevamo solo di piegarci a raccogliere i soldi per pagarlo”. Sono le parole dell'imprenditore vittima del 50enne. Il racconto del professionista è riportato nell'ordinanza di custodia cautelare del gip Raffaella Mascarino.
La vittima, lo scorso giugno, ha spiegato agli inquirenti che i suoi rapporti con Scalone risalgono a sei anni fa quando un ingegnere ed ex socio lo "minacciava per motivi legati a un contenzioso esistente fra noi per ragioni di debito/credito" e di essersi rivolto a lui "per verificare l'attendibilità delle minacce rivoltemi". Quando lo conobbe gli disse, vantandosi, che avrebbe potuto riscontrare su internet il suo "curriculum criminale". Le minacce di Scalone, spiega l’imprenditore, avvenivano per “messaggi di testo telefonici" e quasi sempre i contatti erano intrattenuti dalla moglie dell'imprenditore, altra destinataria, assieme ai figli, delle intimidazioni.