La giovane e i suoi genitori non hanno "commenti da fare" sulla vicenda in quanto "i fatti sono ancora al vaglio della Procura". Questo è quanto ha riferito l'avvocato Laura Panciroli, il legale della studentessa 19enne
Nessun commento da parte della ragazza che, alla fine di luglio, ha denunciato di essere stata stuprata da Ciro Grillo, il secondogenito di Beppe, e dai suoi amici. La giovane e i suoi genitori non hanno "commenti da fare" sulla vicenda in quanto "i fatti sono ancora al vaglio della Procura a cui si affidano affinché compia gli accertamenti con la massima serenità".
Questo è quanto ha riferito l'avvocato Laura Panciroli, il legale della studentessa 19enne, senza aggiungere altro.
La ricostruzione della vicenda
La ragazza che, contrariamente a quanto inizialmente diffuso dagli organi di stampa, non è una modella, ma una studentessa italiana che ha appena superato la maturità, accompagnata dalla madre, lo scorso 26 luglio ha denunciato ai carabinieri di Milano, città dove abita e dove era rientrata sotto choc dalla Sardegna, l'aggressione e lo stupro di gruppo di cui, come ha messo a verbale, sarebbe stata vittima 10 giorni prima. Secondo il racconto dalla giovane, la violenza di gruppo risalirebbe allo scorso 16 luglio dopo una serata trascorsa con i quattro, tra cui il figlio di Beppe Grillo, al Billionaire e proseguita in un residence in Costa Smeralda dove era stata invitata con un'amica.
Amica che si era addormentata per qualche drink di troppo, mentre lei - secondo la denuncia - sarebbe stata aggredita a turno da tre dei quattro senza riuscire a reagire, a difendersi e a fuggire.
Le indagini della Procura
La denuncia è stata trasmessa per competenza alla Procura di Tempio Pausania dove è stata aperta un'indagine nella quale sarà fondamentale il contenuto dei cellulari sequestrati, tra cui un video girato da uno dei quattro. Gli indagati, oltre a Ciro Grillo, sono Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria e Edoardo Capitta, tutti tra i 18 e i 20 anni, i quali, tramite i loro legali, si difendono sostenendo che i rapporti sono stati consenzienti. Non così per la studentessa milanese che, sempre a luglio, si era recata anche al centro Soccorso Violenza Sessuale della clinica Mangiagalli dove è stata visitata dalle psicologhe.