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Caso Ruby, Imane Fadil morì per aplasia midollare

Lombardia
Imane Fadil (ANSA)

A più di sei mesi dal decesso, gli inquirenti hanno concesso il nullaosta per la sepoltura del corpo. L’inchiesta va verso l'archiviazione in quanto sono state escluse le ipotesi dell'avvelenamente e delle responsabilità mediche. Il fratello: "Vogliamo chiarezza"

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Imane Fadil, una delle testimoni chiave delle inchieste sul caso Ruby, è morta per una aplasia midollare della quale, comunque, sono ancora in corso di accertamento le cause esatte. È quanto è stato illustrato in procura a Milano dagli inquirenti, che proprio oggi, a più di sei mesi dal decesso, avvenuto il primo marzo all'Humanitas di Rozzano, hanno concesso il nullaosta alla sepoltura del corpo. Stando a quanto si è appreso, l’inchiesta va verso l'archiviazione perché, oltre all'ipotesi di morte per un avvelenamento doloso, sono state escluse anche responsabilità mediche. 

"Eseguiti tutti gli accertamenti possibili"

Come è stato spiegato, in questi mesi sono stati eseguiti dai medici legali, nominati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Luca Gaglio e Antonia Pavan, "tutti gli accertamenti possibili". Sono stati anche crioconservati i campioni di tessuti e organi raccolti, nel caso siano necessarie ulteriori analisi, e dunque oggi la Procura ha deciso di firmare il nulla osta per restituire la salma della modella marocchina ai familiari per il funerale.

Fadil morta per cause naturali

Nel frattempo, la relazione del pool degli esperti, guidato dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo, non è stata ancora depositata agli inquirenti, ma è emerso con certezza dalle complesse analisi andate avanti per mesi che la giovane è morta perché il midollo non riusciva più a produrre globuli rossi, ossia per un'aplasia midollare. I medici legali stanno ancora lavorando per capire, se sarà possibile, cosa abbia determinato questa aplasia e gli inquirenti hanno chiesto anche alcune integrazioni su questo punto. Il deposito della relazione è previsto per i prossimi giorni. Ciò che è certo, come era già emerso nelle scorse settimane, è che Fadil è morta per cause naturali, che non si è trattato di un avvelenamento doloso (inizialmente vennero anche rinvenute tracce di radiazioni nel sangue e nelle urine) e, da quanto è stato spiegato, non risultano nemmeno responsabilità mediche. Dunque, dopo il deposito della relazione finale sugli accertamenti autoptici, i pm potrebbero decidere di chiedere l'archiviazione dell'indagine.

Il fratello: "Vogliamo una risposta chiara"

"Vogliamo una risposta chiara, vogliamo capire bene come è morta, questa non è una risposta, non è possibile che in poco tempo se ne sia andata via così". Sono queste le parole con cui Tarek, fratello di Imane Fadil, ha commentato con l'ANSA gli esiti degli accertamenti dei medici legali. "Col nullaosta alla sepoltura - ha aggiunto - faremo il nostro funerale, devo parlare ancora con la mia famiglia per capire come e dove, se qua in Italia o in Marocco".