L’uomo, 40 anni, al termine dell’interrogatorio davanti al pm di Milano Andrea Fraioli, in cui ha confessato il delitto, avrebbe accusato un malore
Sebastian Ganci, la guardia giurata di 40 anni arrestata per aver ucciso sabato 10 agosto il cugino 29enne Amato Di Paola, ha confessato ieri, domenica 11, l’omicidio davanti al pm di Milano Andrea Fraioli. Al termine dell’interrogatorio l’uomo, ha riferito il legale difensore, Eliana Zecca, avrebbe accusato un malore. "E' stato visitato dai medici del carcere - ha detto l’avvocato - ed è tutto sotto controllo. Ma è sotto choc, non riesce a darsi una spiegazione del gesto", ha spiegato il legale, riferendo che durante il colloquio Ganci avrebbe pianto e ripetuto: "Mi dispiace, ma non ho capito più nulla. Non so cosa mi è successo. Io non sono un delinquente. Mi sono rovinato la vita".
Il movente
Stando a quanto riferito dallo stesso Ganci al magistrato, l’omicidio del cugino sarebbe stato provocato dalla gelosia. I due uomini infatti si erano entrambi invaghiti di una ragazzina di 17 anni, ospite a casa della guardia giurata dove da poco alloggiava anche la vittima, arrivata da Cerignola, in provincia di Foggia, in visita. Ganci sperava di instaurare con la minorenne una relazione stabile, e l’arrivo del cugino 29enne avrebbe guastato il loro rapporto. L'arrestato nel corso della propria ricostruzione al pubblico ministero ha anche detto di aver avuto "paura" in quanto durante il violento litigio, poi degenerato, il cugino avrebbe minacciato di "buttarlo giù dalla finestra". Inoltre ha riferito di un battibecco avvenuto qualche ora prima del delitto, in cui il 29enne avrebbe provocato il 40enne dicendo, riferendosi alla ragazzina, "me la porto via".