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Escursionista trovato morto in Valmalenco: non si esclude l'omicidio

Lombardia
Immagine d'archivio (ANSA)

Sono continuati fino a tarda notte gli accertamenti dei carabinieri della Sezione Investigativa Scientifica sul luogo del ritrovamento del cadavere, per il quale è stata disposta l'autopsia

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Sono continuati fino a tarda notte gli accertamenti da parte dei carabinieri della Sezione Investigativa Scientifica (SIS) sul luogo dove nel tardo pomeriggio di ieri, lunedì 24 dicembre, è stato rinvenuto il corpo senza vita di Mattia Mingarelli, scomparso lo scorso 7 dicembre. I Vigili del fuoco del Comando provinciale di Sondrio hanno presidiato la zona del ritrovamento, la ski-area Palù-Chiesa in Valmalenco, provincia di Sondrio, per l'intera notte, alla luce di una potente fotocellula. Successivamente la salma è stata condotta all'obitorio dell'ospedale di Sondrio. Il magistrato di turno, Antonio Cristillo, ha disposto l'autopsia, la cui data ancora non è stata fissata.

Le ipotesi

Secondo quanto riportato, non è da escludere che il decesso sia imputabile a una disgrazia durante l'escursione del giovane comasco o a un suo improvviso malore. Ma sono al vaglio anche altre ipotesi, come l'omicidio. Ad alimentare i dubbi è la circostanza che il cadavere sia stato trovato in una zona a lungo battuta dagli uomini del Soccorso Alpino, dai militari del Sagf della Guardia di finanza, dai Vigili del fuoco e dai volontari della Protezione Civile malenca. Durante le ricerche erano stati usati anche cani molecolari, animali specializzati nell'individuazione di corpi senza vita.

Il ritrovamento del cadavere

A fare la scoperta del cadavere erano stati alcuni sciatori, che avevano intravisto, nel bosco confinante con le piste, una sagoma che si è poi rivelata essere il corpo senza vita del 30enne di Albavilla (Como).