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Varese, anziano ucciso in casa: tre condanne all'ergastolo

Lombardia
Foto di archivio (ANSA)

Il Tribunale di Busto Arsizio ha condannato all'ergastolo Melita Aita, 62enne di Somma Lombardo, Bechir Baghouli e Slaeddine Ben Umida, entrambi latitanti, per l'omicidio di Antonio Faraci 

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La moglie avrebbe lasciato da solo in casa l'anziano marito, invalido, perché venisse aggredito e ucciso, in modo che la donna e il suo amante potessero vivere la loro storia d'amore. Questa la tesi accolta dalla Corte d'Assise di Busto Arsizio che ha condannato all'ergastolo Melita Aita, 62enne di Somma Lombardo, in provincia di Varese, Bechir Baghouli e Slaeddine Ben Umida, entrambi tunisini latitanti, per l'omicidio di Antonio Faraci, 72enne ucciso a coltellate nella sua abitazione il 12 aprile del 2014. La sentenza è stata emessa lunedì 3 dicembre dal Tribunale di Busto Arsizio.

Il processo e le accuse ai tre

La Corte d'Assise ha accolto la tesi della procura, ritenendo che Aita, moglie della vittima, abbia lasciato volontariamente il marito in casa da solo perché venisse aggredito a morte dall'amante della donna, Bechir Baghouli, e dal suo amico, Ben Umida. I due sono stati condannati in contumacia. Il Pubblico Ministero ha contestato agli imputati anche l'aggravante della crudeltà, la minorata difesa e, solo per Aita, il legame coniugale con la vittima. Secondo le indagini, condotte dai carabinieri di Gallarate, il movente del delitto per Bechir e Aita fu la volontà di eliminare Faraci per poter vivere alla luce del sole la loro relazione. Gli avvocati della difesa, Marco Brunoldi e Pierpaolo Cassará, hanno annunciato che presenteranno ricorso in appello.