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Divieto di avvicinamento dopo minacce e botte a ex nel Bergamasco

Lombardia
Foto di archivio (ANSA)

È accusato di anni di insulti, minacce e percosse nei confronti dell’ex convivente di 55 anni che si è fatta coraggio denunciando tutto ai carabinieri 

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I carabinieri di Treviglio in provincia di Bergamo hanno eseguito una misura cautelare di allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento nei confronti di un ex imprenditore italiano di 60 anni di Capriate San Gervasio. È accusato di anni di insulti, minacce e percosse nei confronti dell’ex convivente di 55 anni. È avvenuto il 24 novembre, vigilia della giornata mondiale contro la violenza sulle donne prevista per domenica 25 novembre. La donna aveva sporto alcune denunce, poi ritirate con la speranza che il convivente cambiasse il suo comportamento, circostanza che non si è mai verificata. Negli ultimi tempi la ex convivente si è però fatta coraggio denunciando tutto ai carabinieri, i quali hanno fatto scattare le indagini.

Anni di violenze

I carabinieri hanno ricostruito anni di violenze, facendo così luce su un lungo elenco di angherie e minacce. Lo scorso luglio la donna era stata scaraventata a terra, al culmine di un violento litigio, e aveva battuto la testa. Lo scorso ottobre, invece, era stata colpita da un pugno alla schiena e poi l'uomo aveva tentato di strangolarla: soltanto l'intervento del figlio della coppia, un venticinquenne, aveva fatto desistere il padre. Sempre a ottobre l'uomo aveva anche cercato di soffocare la vittima, sferrandole una testata in pieno volto e procurandole così una frattura scomposta alle ossa nasali. In più occasioni l'aveva poi minacciata di morte: "Ed è inutile che chiami i carabinieri, tanto non faranno in tempo a salvarti", le diceva spesso. In una circostanza, proprio per evitare che chiamasse i militari, la donna aveva subito la temporanea sottrazione del cellulare e la rottura della propria sim card.

Le diceva che era la sua 'serva'

L'uomo era riuscito anche a costringere la donna a licenziarsi. E anche la madre della vittima era stata minacciata e aggredita dal convivente della figlia. Lanci di oggetti, tra cui una fioriera in un caso, erano all'ordine del giorno. In un'altra occasione, l'uomo ha gettato dalla finestra il computer del figlio, ritenendo che lo stesso lo usasse troppo. La donna era stata a volte anche costretta a rifugiarsi a casa di amici e familiari. Il compagno le aveva poi sottratto degli ori per venderli ai compro oro. E, ancora, le era stato sottratto il bancomat perché non potesse prelevare, mentre un'altra volta la donna aveva trovato del diserbante nel cestino del pranzo, scoprendo da un agricoltore suo amico che gli era stato chiesto dal marito. Tra i vari e ripetuti episodi criminosi, anche il danneggiamento dell'autovettura della donna da parte dell'ex convivente. A volte, l'uomo, umiliandola, le diceva che era la sua 'serva', incitando anche il figlio a trattare male la madre. La donna, oramai in uno stato di profondo dolore e prostrazione, aveva iniziato anche ad assumere dei calmanti per contenere l'ansia e il malessere provato per tutto quello che aveva subito.