La mostra "Tesori dei faraoni", un esempio di diplomazia culturale

Si annuncia come una mostra evento, un esempio di diplomazia culturale, un progetto di respiro internazionale. La mostra Tesori dei faraoni, animerà le Scuderie del Quirinale a partire dal 24 ottobre e andrà avanti fino al 3 maggio del 2026, portando in Italia 130 reperti archeologici, capolavori di una civiltà millenaria e ricchissima di fascino, come è quella dell’Antico Egitto. Una narrazione, prima di tutto, scolpita su legno, pietra e oro. La narrazione di re e divinità ma non soltanto, anche di persone che hanno dato vita, con il loro estro, a una civiltà durata oltre tremila anni. I punti salienti della mostra Tra i punti salienti della mostra c’è sicuramente la Triade di Micerino, faraone vissuto oltre 4.500 anni fa, che si fece costruire una delle grandi piramidi che troviamo oggi a Giza. Al suo interno vi era raffigurato il faraone, per l’appunto, affiancato dalla divinità Athor e da una tra le più grandi divinità che proteggevano la regione tebana. A testimonianza, in qualche maniera, del forte legame che c’era tra il potere politico e il sacro. Il sarcofago d'oro della regina Ahhotep, un magnifico esempio di arte funeraria del Nuovo Regno, tutto ricoperto d'oro, riflette il prestigio della regina e la sua connessione col mondo divino. Alla regina appartiene anche la Collana delle Mosche, attributo onorifico militare riservato ai più grandi guerrieri d'Egitto. Questo simbolo di eroismo e coraggio testimonia il ruolo fondamentale della sovrana nel preservare la stabilità del regno. Un altro capolavoro è la maschera funeraria d'oro di Amenemope, straordinaria realizzazione dell'oreficeria egizia che incarna il concetto di immortalità regale attraverso la sua raffinata realizzazione e l'uso dell'oro, metallo sacro alla divinità solare. Ugualmente straordinario è il sarcofago d'oro di Thuya, nonna del grande faraone Akhenaton, le cui decorazioni intricate e le iscrizioni geroglifiche accompagnano il suo viaggio nell'aldilà. Un altro straordinario reperto esposto è la copertura funeraria d'oro del faraone Psusennes I, una delle reliquie più affascinanti del Terzo Periodo Intermedio. Particolare attenzione è stata posta alla “Città d’Oro”, uno degli scavi più importanti degli ultimi decenni. I lavori hanno a riportato alla luce un grande insediamento urbano risalente al regno di Amenhotep III e Akhenaton, rivelando la vita quotidiana degli artigiani a servizio dei regnanti e delle loro famiglie, con dettagli senza precedenti sulle loro vite e usanze. Matteo Lafranconi, direttore delle Scuderie del Quirinale: "Grecia, Italia, Egitto: le tre culle del mondo" Qual è il sentimento che prevale, oggi? C’è emozione sempre, per qualsiasi mostra. C’è particolare emozione per una mostra di queste proporzioni e di questo rilievo internazionale. C’è emozione anche perché la mostra aprirà il 24 ottobre e, quindi, ci aspetta ancora del lavoro ma noi siamo orgogliosi, intanto, di poterlo presentare al Cairo, nel Museo del Cairo. Siamo qui per annunciare questo progetto internazionale supportato straordinariamente, in modo straordinariamente generoso dall’Egitto, che condurrà in Italia – dopo 20 anni di assenza di prestiti di questa importanza – un progetto interamente dedicato all’Antico Egitto ma questa volta distribuito su un arco temporale molto più vasto di quello che siamo abituati a vedere e che proprio anche su richiesta della Commissione scientifica delle Scuderie, che ha voluto il più possibile chiedere al progetto di essere estensivo, per trasmettere questa idea della durata incredibile, millenaria, della Civiltà egiziana. Quindi, avremo oggetti di fatto che rappresentano un po’ tutti i periodi, da quelli arcaici fino agli ultimi. Ovviamente, tenendo presente il centro della Civiltà egiziana dal punto di vista delle opere pervenuteci, che è il famoso nuovo regno; questi “soli” 500 anni, che vanno dal 1550 al 1069 a. C. Come crede che sarà accolta dal pubblico italiano questa mostra? Con lo stesso affetto che tutto il pubblico, di tutto il mondo, riserva a questa straordinaria civiltà, con in più una consapevolezza ulteriore per essere, insieme con la Grecia e l’Egitto, le tre culle che hanno generato il mondo per come oggi noi lo conosciamo, con l’Italia che è una sede particolarmente abituata anche al tema egiziano, perché ricordiamolo, è anche la sede più importante di preziosi oggetti egiziani, al di fuori dell’Egitto, il Museo Egizio di Torino, che – di fatto - ha anche supportato molto questa mostra in varie capacità. Fabio Tagliaferri, presidente e amministratore Ales S.p.A.: "Rafforzare le relazioni Italia-Egitto" Questa mostra rientra certamente nella mission di Ales, vuole spiegarci perché? Su indicazione del Governo e del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, abbiamo voluto realizzare questa mostra che va a rafforzare i rapporti di diplomazia culturale tra l’Italia e l’Egitto. Una mostra che può essere inquadrata all’interno del Piano Mattei, una mostra che va ben oltre il mero valore culturale, una mostra che ha una grandissima valenza, in termini di relazioni e di diplomazia. Tra l’Italia e l’Egitto c’è sempre stato un ottimo rapporto, questa esposizione ha la finalità di rafforzare queste relazioni. Ales è uno strumento in mano al Ministero della Cultura affinché, tutto ciò che sono le iniziative culturali, possa essere realizzato in concreto, attraverso l’esposizione di 130 opere - presso le Scuderie del Quirinale - che per la prima volta escono dall’Egitto, Ales ha la possibilità di realizzare una mostra che in Italia manca da ben 22 anni. Ricordo che l’ultima si è avuta a Venezia, a Palazzo Grassi nel 2002. Per me è un onore e un orgoglio poter essere qui, a rappresentare il Ministero della Cultura e Ales, in questa importante iniziativa. Tarek El Awady, curatore della mostra: "Non solo faraoni" Che mostra ci attende? Questa è un’esposizione unica, che vanta 130 reperti dai capolavori del Museo Egizio, di quello di Luxor e anche dalle nuove scoperte, la Città d’Oro a Luxor. Per la prima volta una mostra di queste dimensioni e di questo numero di reperti viaggia in Italia. È un invito aperto a tutti gli italiani e anche a coloro che vivono nei dintorni a venire a vedere questa mostra, a Roma. Ogni reperto di questa mostra racconta una storia, non soltanto dei faraoni che governavano l’Egitto ma anche di coloro che gravitavano attorno: uomini, donne, agricoltori, carpentieri, scultori, artigiani, fisici, scriba. È un'opportunità unica, vi invitiamo a venire e vedere parte della bellezza dell'Antico Egitto.

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