Guarda il cielo, un fumetto per ricordare i martiri della Liberazione

Il 25 aprile del 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamava l’insurrezione e dava ordine alle forze partigiane del Nord Italia di attaccare i restanti presidi fascisti e nazisti sul territorio, imponendo la resa immediata. Nel giro di una settimana, tutto il Settentrione sarebbe stato liberato, ma in quei giorni furono numerosi i partigiani e i civili caduti e uccisi in episodi di rappresaglia in tutta Italia. Di loro, a ottant’anni di distanza, rimangono i nomi impressi sui memoriali e l’eterna gratitudine di un popolo per la sua libertà. I volti, i caratteri, le storie personali, sono quasi sempre custoditi nella memoria familiare, tramandati di generazione in generazione da chi è rimasto. Giuseppe Fortuna, un partigiano Matteo Fortuna è uno di quelli che hanno ricevuto in eredità l’onore e l’onere di non far smarrire il ricordo. Suo nonno Giuseppe era un partigiano e perse la vita il 26 maggio del 1945, ucciso insieme a cinque compagni da alcuni ufficiali tedeschi. La loro missione aveva come obiettivo quello di liberare Maria Menti, loro compaesana che sarà poi risparmiata e spedita indietro dopo esser stata presa a calci e bastonate. Matteo Fortuna questa storia la porta dentro e ha deciso di raccontarla in un fumetto, Guarda il cielo, disegnato da Simona Binni e pubblicato da Tunué , che al rigore della cronaca storica abbina il calore del sentimento umano e dell’affetto di un figlio per suo padre. Un figlio sulle tracce del padre Guarda il cielo racconta di Giuseppe e di Luciano, suo figlio, che il 24 aprile del 1975, trent’anni dopo la Liberazione, si mette in viaggio da Genova a Lonigo, in provincia di Vicenza, ripercorrendo in auto il tragitto compiuto decenni prima in treno con la sua famiglia, per rendere omaggio al sacrificio del padre Giuseppe. Senza una tomba per piangerlo, con solo un nome inciso su una targa, Luciano ritrova i suoi zii e attraverso i loro racconti compie un viaggio della memoria dal quale riaffiorano momenti di quotidianità e piccoli episodi di vita normale, ricordi legati alla sua infanzia e a quell’amore strappato via all’improvviso, pochi la sera prima dell’arrivo della divisione americana dei Blue Devils e della definitiva liberazione di Lonigo. Un fumetto che parla a tutti Guarda il cielo è un graphic novel dall’impianto molto semplice, capace di fare di questa capacità la propria forza. Lavora sulla memoria personale, familiare, di una piccola comunità consapevole di come questa rappresenti un campione di una storia più grande. Ed è un fumetto che parla a tutti, anche grazie al tratto essenziale e caldo di Simona Binni, che potrebbe essere portato nelle scuole e fatto leggere ai più giovani per preservare il patrimonio comune rappresentato dalla Liberazione. Le storie al di là dei numeri Nella postfazione del libro, lo storico Carlo Greppi ricorda Giuseppe Fortuna e le altre vittime della ferocia tedesco-fascista: 22 in quelle 48 ore prima dell’arrivo dei Blue Devils americani a Lonigo, 2.318 in 794 episodi in tutto il Veneto. Sono numeri, appunto, e tendono a restare piuttosto freddi. Almeno finché non si dà loro un volto e una storia. Storie di persone, come quella che Matteo Fortuna ha deciso di raccontare. Apparentemente piccole, pezzi del grande puzzle che compose la Resistenza italiana al nazifascismo, universali proprio perché personali. Vite e morti di chi scelse di schierarsi dalla parte giusta, fino all’ultimo giorno e fino all’ultima conseguenza.

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