Mollo tutto e vado al polo (e poi?)

“Il mio obiettivo erano le Svalbard, non la carriera” precisa subito Giulia Di Martino. “Non mi piace che si dica che sono venuta qui per motivi di lavoro perché io volevo venire alle Svalbard e ci sono arrivata grazie ad un lavoro. In Italia ho studiato, ho lavorato, ma ho deciso di prendere questa strada per altri motivi. Mi sono trasferita a novembre del 2022 dopo un periodo di standby in Italia, dopo aver affrontato tutto il periodo del Covid. Stavo finendo di laurearmi in ingegneria gestionale e non avevo le idee ben chiare. Ma non volevo chiudermi in un ufficio e inseguire quel tipo di carriera. Quindi, dato che ho sempre avuto uno spirito da viaggiatrice e ho già vissuto all’estero, ho iniziato a chiedermi quale fosse la mia prossima meta. Era il periodo del Covid: passavo tanto tempo al computer e ho visto alcuni video sulle Svalbard e mi sono letteralmente innamorata di queste isole”. La pandemia, quindi, ha in qualche modo influito sul fatto di scegliere uno stile di vita più "vagabondo"? Non proprio. Diciamo che il periodo del Covid per me è stato un tempo di studio e formazione, perché in quei mesi ho avuto la possibilità di fare tante cose allo stesso tempo e ho potuto scoprire un piccolo mondo. Fino a quel momento, sprecavo gran parte della mia giornata in spostamenti per andare al lavoro, su, giù, autobus, ecc... Poi mi sono trovata davanti al computer a lavorare in casa, con un sacco di tempo libero che mi è servito per fare altre cose, come imparare a lavorare bene sui video. Fino a quel momento non avrei mai pensato di potermi esporre sui social, perché non mi sento proprio il tipo, però avere una tavolozza con cui esprimere la mia creatività è stato liberatorio in quel momento. Adesso sono due anni che abiti qui, cosa vedi nel futuro? Mi vedo ancora un pochino alle Svalbard, sicuramente ancora per un anno… ma dopo questo periodo ho altre mete in mente, molto più remote, che sono un sogno da tanto tempo e spero di poterlo realizzare. Magari sarà possibile anche grazie ai video. Sono appassionata di località, popolazioni e vita quotidiana in luoghi remoti, questo è il mio focus. Sicuramente le Svalbard faranno parte della mia vita per sempre e magari tornerò ogni tanto, però nel frattempo voglio comunque continuare ad esplorare delle zone remote del pianeta e vedere come si vive lì: stare con la popolazione locale, imparare le loro usanze e fare esperienze che vanno al di là di quella che può essere la visione di questi luoghi con gli occhi del turista. Già in passato ho vissuto in villaggi piuttosto piccoli e, proprio lì, ho vissuto le esperienze più belle, con persone che mi hanno accolto nelle loro vite come fossi di famiglia, una figlia. Cosa consiglieresti a chi ha voglia di cambiare vita o di fare un’esperienza lontano da casa, che vuole per qualsiasi ragione lasciare tutto e partire? Io non consiglio a nessuno di fare quello che sto facendo io perché servono una fortissima passione e motivazione per abitare in luoghi estremi, ai confini del mondo. Trasferirsi tanto per fare non ha alcun senso. Però dico sempre che se qualcuno non si sente nel posto giusto - e questo lo vedo nei commenti che ricevo sotto ai miei video, dove c’è tanta gente che vorrebbe cambiare tutto - allora è giusto prendersi i propri rischi, provare a fare un salto che tante volte può portare anche a qualcosa di positivo. L’importante è non andare allo sbaraglio, fare sempre le cose usando la testa. Non sentirsi nel posto giusto è già una forte spinta… e poi aiuta tantissimo sapere che in qualsiasi momento si può sempre tornare a casa. Almeno io ho sempre avuto questa fortuna: sapere che la mia famiglia mi avrebbe sempre accolta.

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