Abel Ferrara recita San Francesco a Roma

Sant’Andrea de Scaphis è una chiesa sconsacrata in uno dei più begli angoli di Trastevere, tra la Basilica di Santa Cecilia e San Francesco a Ripa. Sono i luoghi frequentati da Francesco quando si fermava a Roma in attesa di incontrare il Papa. A San Francesco a Ripa si può ancora visitare la stanza da letto di Francesco, primo Alter Christus, come ricorda San Bonaventura, o per Tommaso da Celano “novus evangelista” nell’accettazione totale della sofferenza. Colui che ricevette, poco prima di morire, nel “crudo sasso” della Verna, l’impressione delle stigmate sanguinanti divenendo in tutto conforme al Cristo nelle sofferenze e nei dolori della Passione. Abel ferrara recita San Francesco L’oratorio della chiesa di Sant’Andrea ai Vascellari è decisamente un luogo particolare, ricco di suggestioni. Tanto da essere stato scelto qualche anno fa al celebre gallerista americano Gavin Brown per realizzare mostre, recital e altri eventi dal vivo. Ed è in questo luogo che Abel Ferrara ha letto le poesie di Gabriele Tinti con l’obiettivo di approfondire la conoscenza della Chiesa che la ospita, luogo di culto cattolico sconsacrato di Roma. Il visitatore medio passa soltanto dai quindici ai trenta secondi di fronte ad un’opera d’arte e pochissimo tempo all’interno di luoghi di culto. Questo progetto - racconta l’autore - rappresenta un’occasione unica per entrare in una differente relazione e conoscenza con le opere d’arte e di architettura e la loro storia attraverso la poesia. Una pop-up performance nei termini di un reading poetico, una “confessione”, una tormentata preghiera che intende contribuire a rinnovare il dialogo tra arte e fede proprio dell’oratorio. Il progetto ha l'obiettivo di far risuonare questo spazio con una lettura ispirata alla carica spirituale dell’edificio, ai santi e martiri cristiani, alle reliquie qui conservate e ai dipinti che un tempo ornavano l’altare. Francesco viene evocato nel reading con una rilettura della sua figura da parte Gabriele Tinti. Il Francesco di Tinti è quello di Tommaso da Celano più che di Bonaventura, quello degli Spirituali piuttosto che dei Conventuali, colui che ardeva di un intrattenibile desiderio di martirio, che per tanta compassione per l’uomo fu interamente configuratus mortis Christi Jesu, configurato alla morte di Cristo. Il progetto del poeta L’iniziativa di Gabriele Tinti rientra in quella che lui definisce episodi di scrittura “ecfrastica”, ovvero che sono il frutto del culto delle immagini da parte dello scrittore e poeta Gabriele Tinti, recentemente celebrato dal Times e dal Guardian, immagini ispirandosi alle quali da anni compone poesie ispirate alle opere d’arte e ai luoghi del mito. Le letture hanno l’obiettivo di riattivare l’aura dell’arte del passato attraverso la composizione poetica e l’interpretazione, in questo caso, di una personalità importante fortemente legata a Roma e ai suoi miti com’è Abel Ferrara. San Francesco per Gabriele Tinti è l’eroe, l’uomo che si addestra al disprezzo della propria vita affinché solo il velo della carne lo separi dalla visione di Dio . Abbiamo intervistato il poeta di Senigallia sul suo lavoro con attori del calibro di Abel Ferrara e Willem Dafoe. “Mi è sempre piaciuta l’idea di portare questa mia riflessione sui santi e martiri cristiani con Abel in una chiesa. In qualche modo è accaduto ma con Willem Dafoe al Pantheon che è una basilica consacrata dove si celebrano le funzioni. Non nascondo - ha raccontato Tinti - che è stato qualcosa di incredibile portare la mia poesia lì, in un ex oratorio. Oratorio etimologicamente deriva da “orare” e cioè pregare. Le mie poesie sono esattamente lamenti, tentativi di preghiera, di esaltazione dei corpi gloriosi dei santi e martiri cristiani”. La chiesa di Sant'Andrea dei Vascellari è stata riconvertita in galleria d’arte. L’oratorio fu fondato come chiesa ai tempi di Pasquale I e poi nell’800 con il titolo di Sant’Andrea de Scaphis, ovvero dei vascelli fluviali . Alla fine del 1500 diventò oratorio della confraternita di Santa Cecilia ad essa collegata e poi affidata alla Confraternita dei vasai chiamati vascolari. Soppressa la confraternita, l’oratorio cadde in abbandono e fu sconsacrato soltanto una settantina di anni fa e gli arredi trasferiti nella basilica di Santa Cecilia che si trova lì accanto. San Francesco a Roma Quelli di Sant’Andrea dei Vascellari a Trastevere sono i luoghi di San Francesco, che il santo frequentava ogni volta che scendeva a Roma. In questa zona Francesco venne più volte a vivere e predicare. Sembra vi siano stati tre incontri tra papa Innocenzo III e Francesco e ogni volta era qui che il santo risiedeva e operava. Il Papa era espressione di una spiritualità pessimistica della tradizione monastica. Aveva scritto un libro “Del disprezzo del mondo”, non propriamente in linea con la spiritualità francescana. Tuttavia autorizzò Francesco a predicare sia pure da laico, senza conferirgli gli ordini maggiori. La leggenda narra che tornando dalla grande città che lo aveva colpito per corruzione e decadenza, Francesco chiamò a raccolta gli uccelli, i rapaci, i più aggressivi tra essi, per insegnare loro la buona novella preferendoli come pubblico ai cittadini. Francesco era un sognatore, un poeta. Nacque – racconta Tommaso da Celano - con una cattiva educazione, ispirata alle vanità del mondo, pieno di desiderio nel voler consumare ogni sorta di piacere mondano. La conversione di Francesco - da ragazzo d’oro della borghesia di Assisi, gran scialacquatore, ammiratore della poesia cortese, autore di canzoni e giullare, sempre pronto alla festa, alla vita mondana e alla guerr – si verificò durante una malattia. Sulla natura della malattia però non si sa nulla. Si sa solo che fu lunga e che soffrirà fino alla morte di due mali: agli occhi da un lato e dalle affezioni del sistema digestivo, stomaco, fegato dall’altro. I viaggi, le prediche, le fatiche, le pratiche ascetiche aggraveranno il suo stato di salute. La poesia di Gabriele Tinti evoca i santi e martiri cristiani in genere, con un’attenzione particolare alla figura di Francesco, quello, ci tiene a precisare il poeta di Senigallia, di Tommaso da Celano più che di Bonaventura, colui che ardeva di un intrattenibile desiderio di martirio, che per tanta compassione per l’uomo fu interamente “configurato alla morte di Cristo”. È figura complessa e misteriosa vista “attraverso gli occhi di Jacopone da Todi”, precisa Tinti, ovvero di quel poeta che agisce in un mondo che considera desolato, brutale, vanitas vanitatum da restituire con un lirismo violento, con una poesia dal ritmo frammentato e irregolare delle battute dei penitenti che è danza senza musica. Trafug'Arte e Gabriele Tinti, Abel Ferrara e Kevin Spacey Trafug'Arte, il podcast sull'arte di Sky Tg24, si è occupato diverse volte di opere d'arte in cui le poesie di Tinti e la voce di Abel Ferrara contribuiscono a rendere vivo il racconto delle rocambolesche vicende legate all'artista ed al suo capolavoro. Come nella puntata 45 su Michelangelo e la Pietà Rondanini, la puntata 13 sul Pugile a riposo attribuito a Lisippo o sulla puntata 8 sul Cristo alla Colonna del Mantegna in una puntata dedicata alla nascita della Pinacoteca di Brera come conseguenza delle spoliazioni napoleoniche. La Pietà Rondanini di Michelangelo Abel Ferrara interpreta Michelangelo nella lettura delle poesie "Laments" di Gabriele Tinti. Un evento tenuto presso la sala dell'Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco, dove si trova l'ultima statua scolpita dal grande artista toscano fino a pochi giorni prima di morire: la Pietà Rondanini. In questo podcast il racconto di due misteri: quello della scomparsa della statua per oltre 200 anni e quello relativo al motivo per cui Michelangelo continuò ad accanirsi sulla statua modificandola e distruggendo una prima versione del Cristo sottostante. Ospiti lo scrittore Filippo Tuena, la presidente della Fondazione Casa Buonarroti di Firenze Cristina Acidini, l'ex soprintendente del Castello Sforzesco di Milano Claudio Salsi e l'attuale soprintendente Francesca Tasso. Kevin Spacey e il Pugile a riposo Kevin Spacey ospite d’eccezione nella puntata di trafug'Arte dedicata al Pugile del Quirinale, Pugile a riposo o Pugile delle Terme. La straordinaria statua di bronzo attribuita a Lisippo o alla sua scuola - risalente al IV secolo a.c. - è una delle rarissime opere passate indenni dalle distruzioni e dai saccheggi che seguirono il crollo dell’impero romano. Si è salvata perché fu nascosta in una nicchia protetta da terreno soffice sotto il Tempio del Sole - alle pendici del Quirinale - e trovata dal grande archeologo Rodolfo Lanciani, durante gli scavi di Roma alla fine del 19esimo secolo. Ma c’è anche chi ritiene facesse parte del bottino di un antiquario-tombarolo di fine Ottocento, come sostiene l'ex direttore del Museo Nazionale Romano, il professor Stéphane Verger, ospite del nostro podcast insieme ad un grande esperto di boxe, il giornalista Mario Giambuzzi. Napoleone a Brera In uno dei primi episodi di trafug'Arte, il racconto delle imprese di Napoleone che portarono alla nascita del grande Louvre italiano: la Pinacoteca di Brera a Milano, con le opere che le truppe del condottiero sardo avevano trafugato nelle varie città italiane. A Brera anche lo splendido Cristo alla Colonna di Andrea Mantegna, attorno a cui Gabriele Tinti e Abel Ferrara hanno costruito la loro performance.

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