No "Intermezzo", no party: il nuovo libro di Sally Rooney è già un cult

Con uno scatto, una delle librerie internazionali più importanti di Roma immortala la copertina di “Intermezzo”, il nuovo romanzo di Sally Rooney di cui si parla da mesi: “Quasi sold out”, si legge nella didascalia del post pubblicato su Instagram. È il 24 settembre, il giorno di uscita in tutto il mondo dell’edizione in inglese, e a via del Governo Vecchio, nel cuore della capitale, il sole è ancora alto: sono bastate poche ore perché il romanzo andasse a ruba, sullo scaffale sono rimaste solo le ultime due copie. Tradotta in 40 lingue, con 3 milioni di copie vendute solo nel Regno Unito e in Irlanda, un dato che potrebbe già essere aggiornato al rialzo, Sally Rooney, 33enne irlandese originaria di Castlebar, è, anche in Italia, un fenomeno editoriale e culturale. Suo malgrado. Da sempre schiva e gelosa della sua vita privata, Rooney non è del tutto a suo agio con la fama da autrice di culto, simulacro onnipresente nei feed Instagram di utenti privati e celebrità booklover, da Emily Ratajkowski a Sarah Jessica Parker, ai limiti del feticcio. Non è un caso se c’è chi ha visto in Alice, la scrittrice milionaria protagonista del suo penultimo romanzo, “Dove sei, mondo bello”, che scappa dalla notorietà rifugiandosi in un villaggio dell’Irlanda profonda, una sorta di alter ego. Rooney ha sempre negato che le sue opere siano autobiografiche, ma sta di fatto che dopo gli studi a Dublino, il successo globale, e un periodo passato a New York si è ritirata, proprio come Alice, in una villa sperduta in campagna insieme al marito, non lontano dalla città di provincia in cui è cresciuta. Un passo indietro che ha alimentato il mito attorno alla sua persona e alla sua letteratura. Del suo nuovo romanzo, che uscirà in Italia il 12 novembre per Einaudi, vi parleremo presto su queste pagine , ma oggi a meno di una settimana dal “release” del suo ultimo libro ci prendiamo un momento per riflettere su come è stata accolta questa nuova uscita che ha avuto degli echi non solo letterari. Let’s party L'arrivo nelle librerie della sua ultima opera è stato atteso in tutto il mondo in modo quasi religioso. Il 23 settembre, giorno ribattezzato “the Eve” , sono state organizzate feste non solo in Europa. A New York i fan hanno aspettato la mezzanotte al Greenlight Bookstore con tanto di conto alla rovescia. Su youtube è partita nelle primissime ore la gara a “chi finisce il libro più velocemente” per parlarne prima degli altri. Nel Regno Unito le librerie Waterstones hanno aperto i battenti in anticipo per gestire la folla in fila per accaparrarsi una copia: nella sede di Piccadilly a Londra Rooney si è materializzata tenendo un reading di alcune pagine davanti a un pubblico di “fortunati lettori”, come ha scritto sui profili social il rivenditore di libri britannico, leader del settore. Già nel 2019, quando venne negli States, la libreria Books Are Magic di Brooklyn dovette dirottare l’evento con Sally Rooney in una chiesa vicina al punto vendita per accogliere tutti gli avventori, unendo sacro e profano. Anche per "Intermezzo", come per i precedenti, la pubblicazione del libro non è stata esente da merchandising ed è caccia alla tote bag con gli scacchi e il levriero, i simboli del nuovo romanzo. Per la scrittrice, che non risparmia critiche al modello occidentale capitalistico e consumistico, questa forse è la parte più difficile da digerire. E infatti dopo aver partecipato alla scrittura della trasposizione televisiva di “Persone normali", divenuto una serie di successo nel 2021, Rooney sembra aver scelto di non cedere più i diritti per il piccolo e grande schermo. Troppa popolarità, troppa commercializzazione delle sue storie. Gli ingredienti del successo No, i romanzi di Sally Rooney non sono romance e il loro successo non può essere attribuito al boom generale del genere rosa. La relazione romantica non è mai un fine, piuttosto un pretesto per parlare di altro. Al centro ci sono casomai i rapporti umani, familiari, la rinegoziazione dei ruoli di genere, l'incomunicabilità, il sesso senza idealizzazioni, il corpo sano e il corpo malato, e la politica, che si insinua tra le pieghe delle conversazioni, cavallo di battaglia della Rooney narratrice, in modo mai pedante e quasi sempre sotto forma di battute e commenti ironici. Del resto, Rooney non ha mai avuto paura di definirsi femminista e marxista, oltre che anticapitalista. Fenomeno anche politico Discreta nella gestione della propria vita privata, Rooney lascia da parte ogni timidezza quando si tratta di prendere posizione e scendere in campo. Nel 2021 ha rifiutato di pubblicare una traduzione di “Dove sei, mondo bello?” con la casa editrice israeliana Modan; ha firmato l’appello per il cessate a fuoco a Gaza nel novembre del 2023 e pochi giorni fa, in occasione di un incontro al SouthBank Centre di Londra, ha pronunciato un appassionato discorso pro-Palestina diventato in poche ore virale: “stiamo assistendo a un genocidio in atto”, ha concluso. Pochi mesi fa aveva scritto sulle colonne dell'Irish Time che a Gaza si stava consumando "la più profonda e scioccante catastrofe morale del nostro tempo". Il suo è un attivismo millennial, senza social e meno performativo di quello a cui ci sta abituando la Gen Z, ma che va dritto al punto, quando serve. Nel caso dell’ultimo discorso, si è limitata a rispolverare le abilità oratorie affinate durante gli anni dell’università, quando vinse anche l’”European Universities Debating Championships”. Cos’è l’Effetto Sally Rooney Il suo successo di vendite secondo alcuni osservatori sarebbe stato uno dei traini del “momento d’oro degli scrittori irlandesi”, che nell’ultimo periodo sono sulla cresta dell’onda. Basta prendere come esempio il Booker Prize del 2023: a vincere è stato il connazionale Paul Lynch e tra i sei finalisti c’era il dublinese Paul Murray con "The Bee Sting", inserito dal New York Times tra i 10 romanzi migliori del 2023, mentre se allarghiamo lo sguardo alla longlist, cioè ai 13 titoli selezionati a partire delle 158 opere di partenza, troviamo altri due irlandesi. Gli editori, secondo i teorici del “Sally Rooney Effect”, riserverebbero in questo momento storico un maggiore interesse per i manoscritti di autori irlandesi sull’onda del fenomeno di vendite targato "Sally Rooney", una specie di riflesso incondizionato. Le ragioni della golden age irlandese in realtà sono molteplici, a cominciare dalla politica generosissima di finanziamenti pubblici per chi lavora nel campo artistico attuata da sempre dalla Repubblica d'Irlanda, ma non sembra poi così inverosimile che ci sia anche lo zampino di Rooney. Una Taylor Swift del mercato editoriale: donna, millennial, femminista, impegnata in politica, che condiziona gusti culturali e muove grandi introiti economici. Quanti luoghi comuni sui millennial! Parlare di Sally Rooney non è un’impresa facile, perché il rischio di raccontarla attraverso luoghi comuni e formule vuote è altissimo. A distanza di sette anni dall’esordio con “Parlarne tra amici” e a 33 anni suonati, Rooney non è ancora riuscita a liberarsi dall’etichetta di “giovane scrittrice” - “Intermezzo” potrebbe essere in questo senso il libro della resa dei conti. È stata ribattezzata la “Salinger della generazione Snapchat”, pur non sapendo neanche come funzioni Snapchat. Ha avuto un profilo twitter fino al 2019, anno in cui ha deciso di eliminare l’account. Pur apprezzando il successo editoriale, non amava vedersi riflessa nei tweet e nei post ed essere oggetto di dibattito. I contenuti legati all’hashtag #sallyrooney sui social e le piattaforme di condivisione hanno migliaia di visualizzazioni, ma Sally Rooney non ha un profilo Instagram, né tantomeno TikTok, un po’ come il nostrano Alessandro Barbero, idolo della rete sprovvisto di identità digitale. Del resto, per essere notati alle feste, è vero, si deve restare in disparte o non andare per niente, come suggeriva il dilemma di Ecce bombo in tempi non sospetti.