Biblioteche italiane, poco digitali e poco inclusive

Sei milioni di persone in Italia non hanno possibilità di frequentare una biblioteca, secondo l’ultima indagine realizzata nel 2023 dall'Istat. Un terzo dei comuni italiani, infatti, non ne ha una: è il caso soprattutto dei centri che si trovano in Abruzzo, Molise, Calabria e Basilicata. Ma, anche quando sono presenti sul territorio, le biblioteche italiane presentano comunque alcune criticità, a partire dal loro grado di digitalizzazione e accessibilità per le persone disabili. I fondi del PNRR? Non bastano Le biblioteche italiane sono poco digitali, sia dal punto di vista del patrimonio che dai servizi che offrono. Tra le attività organizzate, quelle che riguardano la “digital literacy”, ovvero la capacità di approcciarsi in modo sicuro e consapevole ai nuovi mezzi di comunicazione come i dispositivi digitali e il web, restano in fondo alla classifica. Anche le iniziative che promuovono la capacità delle persone di ricercare e selezionare informazioni e che spesso prevedono lo sviluppo di competenze informatiche vengono organizzate solo nel 15% delle biblioteche italiane. Fanno eccezione a livello regionale il Trentino Alto Adige, la Sardegna, l’Umbria e l’Emilia Romagna, dove i tassi di attività di formazione sul digitale superano la media nazionale. Solo il 27% delle biblioteche accessibili a tutta la popolazione ha avviato o concluso un processo di digitalizzazione del proprio patrimonio librario: di queste, solo il 4% lo ha fatto utilizzando i finanziamenti messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedicati a colmare il divario digitale e lo sviluppo di strategie per la digitalizzazione del patrimonio culturale. A livello regionale Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta, Puglia e Basilicata sono le regioni con la quota più alta di biblioteche impegnate nella digitalizzazione dei documenti, mentre Toscana, Puglia, Abruzzo, Basilicata e Marche presentano invece la maggiore quota di biblioteche che hanno usufruito delle risorse del PNRR. Pochi servizi per disabili Nonostante la rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi sia uno degli obiettivi del PNRR, le biblioteche italiane restano ancora poco accessibili per le persone disabili. I due servizi più forniti, ovvero la presenza di bagni con dimensioni e sanitari adatte alle persone disabili o di rampe, ascensori o piattaforme che permettano l’accesso alla biblioteca, sono presenti solo in circa il 60% delle biblioteche del Paese. Seguono la possibilità di consultare documenti in formati speciali , una categoria che comprende i libri in Braille, gli audiolibri, i documenti a grandi caratteri e i libri tattili, o quelli dedicati a persone con disabilità cognitive . Una quota molto ridotta di biblioteche dispone invece di strutture e dispositivi che facilitano la fruizione degli spazi e dei servizi alle persone cieche o ipovedenti. Mappe tattili orientative, percorsi tattili e video nella lingua dei segni con sottotitoli in italiano e voce narrante sono presenti rispettivamente solo nel 3,7%, nello 0,9% e nell'1,1% delle strutture. Infine, l’indagine Istat rileva che le biblioteche che hanno realizzato iniziative per l'inclusione di particolari categorie di utenti rappresentano una quota residuale che cresce al crescere della dimensione demografica dei comuni. Tra queste, le iniziative a favore delle persone disabili sono state realizzate in media dal 16,7% delle strutture. Nello specifico, solo il 6,8% delle biblioteche dei comuni fino a 2mila abitanti si sono impegnate in questo tipo di progetti; la quota raggiunge il 28,0% nelle città metropolitane e il 37,5% nei poli intercomunali A livello regionale, tuttavia, la percentuale di biblioteche che organizza attività e progetti per le persone disabili raramente supera il 25%: fanno eccezione solo Trentino Alto-Adige, Umbria ed Emilia Romagna.