È new wave africana: l'amapiano e le giovani cantanti dal Sudafrica alla riscossa nel pop

È da anni, se non da decenni, che l'industria musicale sta cercando di lanciare la musica africana in occidente. Quindi ciclicamente ogni inizio estate le major tentano forzatamente di introdurre sul mercato discografico giovani cantanti maschi o band per lo più provenienti dalla Nigeria. C'è da dire che nomi come Burna Boy e Wizkid negli scorsi anni hanno avuto un certo successo, grazie anche all'interessamento di figure di spicco come Drake e Beyoncé che hanno collaborato con questi artisti, o anche con operazioni decisamente più complesse come le colonne sonore di “Black Panther”, “The Lion King” o “Black Panther: Wakanda Forever” a cui hanno partecipato molti artisti africani. Ma, come spesso avviene in musica, il fenomeno folgorante spesso arriva dal basso e non guidato da una major o da una grande produzione. Il principale errore commesso dal music biz occidentale è stato quello di considerare l'Africa come un monolite musicale e culturale legato principalmente all'afro-beat cantato e suonato da maschi. In realtà il continente africano con i suoi 54 paesi e oltre 3000 lingue è il luogo della diversità per eccellenza, e forse era proprio questa la giusta chiave interpretativa da utilizzare. Così da qualche anno sta avanzando un movimento, principalmente dal Sudafrica, di giovani donne tra le più creative dell'industria pop mondiale, che non solo stanno reinventando coraggiosamente la musica pop, ma stanno anche sfidando gli standard occidentali su certi stereotipi. I nomi più rilevanti C'è Tyla, cantante sudafricana classe 2002, 30 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, 290 milioni di visualizzazioni su Youtube, un album e un singolo che le hanno fatto vincere un Grammy all'inizio del 2024 per la miglior performance musicale africana. Tems, cantautrice e produttrice nata a Lagos ma cresciuta nel Regno Unito, ha iniziato presto a collaborare con Future e Drake e oggi la sua “Love me Jeje” è stata inserita nella consueta summer playlist che Barack Obama pubblica sui suoi account social. Da considerare anche Ayra Starr, che ha esordito l'anno scorso a 19 anni : lei canta in yoruba, inglese, francese e pidgin nigeriano e le sue canzoni così come la sua immagine sono tutte mirate a far evolvere la rappresentazione femminile, per questo viene definita "il volto dell'Afrobeats" per la Gen Z. E poi ancora la dj Uncle Waffles, Amaaree e la maliana Aya Nakamura che ha partecipato anche alla discussa cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi 2024. Il genere amapiano Ma che musica propongono tutte queste giovani ragazze africane? Tutto deriva da un genere che si chiama amapiano, un complesso mix di musica autoctona e internazionale: si tratta dell'ultima evoluzione dell'afro-house, genere già piuttosto popolare in Sudafrica. C'è una ricetta piuttosto definita che accomuna quasi tutte le produzioni amapiano, ed è il beat infuso di percussioni solitamente fisso sui 113 bpm che crea una sorta di movimento circolare ipnotico anche grazie alla log drum, una percussione tradizionale dell'Africa occidentale qui ricreata, digitalizzata e distorta, dai producer contemporanei all’interno dei software di produzione e registrazione musicale. Il risultato è un suono che è allo stesso tempo passato e futuro, analogico e digitale, armonico e ritmico. Poi c'è quasi sempre un synth secco e senza troppi fronzoli che però raddrizza il ritmo che da solo risulta zoppicante. E da qui poi la ricetta prevede una serie di arrangiamenti e nuovi inserimenti di strumenti, tra cui l'immancabile pianoforte , strumenti a fiato, altri synth eccetera. Ma soprattutto c'è il mix con l'r&b, l'hip-hop, e altre sonorità urban che oggi funzionano nel nuovo pop. L'amapiano nasce in embrione nella prima metà degli anni dieci, ma è durante la pandemia che esplode e si espande. Pur essendo infatti una musica da ballo, racchiude in sé una dimensione malinconica che ogni tanto emerge in superficie e una sospensione che crea una tensione del vivere un eterno presente. La nascita sulla rete Inoltre durante il lockdown si è trasformato in rete come uno stile di vita per i giovani neri in un Paese che sfugge non solo alle attuali restrizioni, ma anche ai fantasmi coloniali e dell’Apartheid. Le canzoni amapiano sono state principalmente diffuse attraverso delle dirette su youtube e tiktok e in queste ultime sfruttando il fortunato meccanismo delle challenge, ovvero le sfide di danza. Bisogna ricordare che l'Africa ha oltre 570 milioni di utenti Internet e l'età media più giovane di qualsiasi altro continente - 19 anni – ed è anche per questo che rappresenta uno dei più importanti focolai di cultura giovanile nel mondo. Così molte delle artiste sopracitate che oggi rappresentano i suoni più nuovi, sono state spinte sotto i riflettori dal potenziale radicale della visibilità digitale e dall'entusiasmo puramente organico di questa nuova comunità. "In passato, molti artisti erano riservati nell'esprimere i loro veri sentimenti", ha dichairate Amaarae a W Magazine. "Oggi sto vedendo questo cambiamento nella cultura pop in generale, ma soprattutto nella musica africana. È bello vedere questo tipo di crescita". Il fatto che tutto questo sta arrivando dalle giovani donne anche in altri generi precedentemente dominati dagli uomini, come l'hip-hop, rappresenta un grosso cambiamento. "Non abbiamo paura e stiamo associando questo coraggio a un certo livello di qualità, sia nella musica che nell'esecuzione" - aggiungendo - "Tutto quello che posso constatare e dire è che il futuro della musica appartiene alle donne".