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I millennials adottano pietre contro la solitudine: il fenomeno "pet rocks"

Lifestyle

Ciottoli dipinti con simpatiche faccine, usati contro la solitudine e il burnout lavorativo. Cosa si nasconde dietro il fenomeno esploso tra i giovani sud coreani e diventato un trend su Tik Tok

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Una pietra per amica. E' questo il nuovo trend che spopola tra i millennials sudcoreani per combattere stress e solitudine. I ciottoli lisci decorati con occhi, naso e bocca diventano compagni con cui confidarsi o animali da compagnia di cui prendersi cura, "pet rocks" appunto. Ma com'è nato il fenomeno che è diventato tendenza sui social?

Una pietra per amica

La parabola del fenomeno pet rocks è stata imprevedibile: nato negli anni ’70 come uno scherzo dalla fantasia di Gary Ross Dahl, che ci diventò milionario, a faccenda presa molto sul serio dai millennials sudcoreani. Quando furono ‘inventate’, infatti, le pietre amiche erano state pensate come un regalo divertente: come se fossero degli animaletti i ciottoli venivano venduti in delle scatole bucherellate per farli respirare, sistemati su un nido di paglia e accompagnati da un libretto di istruzioni che spiegava come prendersi cura della pietra. 

Oggi, però, dietro il boom delle pet rocks non c’è ironia. Un po’ come i tamagochi negli anni ’90, questi oggetti diventano simulatori di cura e relazioni. 

 

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Come spiegare il fenomeno

Le pet rocks come aiuto per sopportare meglio i problemi quotidiani. È questa la spiegazione che molti membri della Generazione Y danno del fenomeno.

Lo ha raccontato Koo Ah-Young, 33 anni, al Wall Street Journal che ha raccolto diverse testimonianze sul fenomeno. La giovane si era trasferita a Seul per lavoro e nella città non aveva conoscenti e amici, per questo soffriva di solitudine. Non volendo investire parenti e amici con i propri problemi, però, ha scelto la strada più semplice: adottare una pet rock, una decisione che richiede decisamente meno responsabilità che prendersi cura di un cane o un gatto. Proprio come un animale domestico la pietra ha un nome proprio, “Bang-bang-i,” (saltare di gioia); la giovane con lei si confida, la porta persino a spasso. Come spiegare il fenomeno? La tradizione di raccogliere pietre è ben radicata nella cultura di alcuni paesi asiatici, tra cui, appunto, la Corea, dove viene chiamata suseok. Ma la motivazione va cercata altrove: nella solitudine e nell’alienazione dei giovani sudcoreani stretti tra ansia sociale e un futuro incerto.

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Un rimedio contro il burnout

In Corea del Sud il successo professionale occupa il primo gradino nel processo di realizzazione personale. Qui, il superlavoro è la norma, con una settimana lavorativa di 52 ore, e un tentativo governativo di portarla a 69, nel 2023, che però è fallito. Stando al report dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), nel 2022 la Corea del Sud era il quinto paese al mondo per la quantità eccessiva di lavoro e il primo in Asia. In una società in cui il metro di giudizio di una persona sono i suoi risultati lavorativi, il burnout è praticamente inevitabile. Per questo in un ambiente dove l’ansia da prestazione e lo stress fanno da padroni, la necessità di uno sfogo, di una compagnia e di un luogo sicuro emergono con insistenza e ogni cosa, anche la più piccola, come una pietra, può assumere un significato simbolico e diventare “confidente e amica”, come dicono molti utenti su Tik Tok.

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