In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

"La grandezza di Hemingway non sta nel suo mito ma nella sua scrittura"

Lifestyle

Filippo Maria Battaglia

©Getty

Matteo Nucci racconta l'autore del "Vecchio e il mare", provando a scrostare la patina di pregiudizi che gli si è incrostata sopra. E a Sky TG24 dice: "È stato un grande maestro che ha sempre cercato quella solitudine necessaria a lavorare sullo stile"  

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

È l’autore di capolavori come “Addio alle armi” e “Il vecchio e il mare”, ha vinto il Nobel e il Pulitzer,  ha venduto centinaia di milioni di copie, è stato uno degli autori più imitati del '900, eppure da qualche decennio è uno scrittore che quasi non si legge più. A Ernest Hemingway e ai suoi libri Matteo Nucci ha dedicato “Sognava i leoni”,  in libreria per HarperCollins (pp. 200, euro 18). 

"La correttezza dei nostri tempi guarda questo autore come a un maschilista e un amante di corride - spiega Nucci durante 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24 - E  del resto io credo sia stato lo stesso Hemingway a contribuire a oscurare la sua grandezza, avallando la nascita di quel mito. Tuttavia tutto ciò non ha niente a che fare con la sua attività di scrittore. Un lavoro intenso, quotidiano, con cui curava se stesso e con cui ha curato tanti lettori", dice sempre Nucci in questa intervista. "Hemingway è stato un grande maestro che ha sempre cercato quella solitudine necessaria a lavorare sullo stile, sulla musica della frase, sulla precisione della parola pur di dire il vero attraverso le menzogne della letteratura".

 

L'intervista è disponibile anche come podcast in tutte le principali piattaforme cercando la rubrica "Tra le righe" o selezionando l'episodio nella playlist che si trova qui sotto.