Daria Bignardi: "Il carcere è un avamposto in cui l'umanità sembra più nitida"

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Filippo Maria Battaglia

Filippo Maria Battaglia

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Nel suo ultimo libro, la giornalista e scrittrice racconta trent'anni di incontri nelle prigioni. E durante "Incipit", la rubrica di Sky TG24, dice: "In tutte le situazioni estreme le cose  si vedono più chiaramente. Accade così anche in carcere, un luogo dove c’è l’essenza della vita: il dolore, l’amore, l’amicizia, la malattia, la povertà, l’ingiustizia"

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"Non è che le prigioni mi piacciano, al contrario. Ma dentro c’è l’essenza della vita: il dolore, l’amore, l’amicizia, la malattia, la povertà, l’ingiustizia". È quanto scrive Daria Bignardi nel suo ultimo libro. "Ogni prigione è un’isola" (Mondadori, pp. 168, euro 18,50) racconta trent’anni di vite e di storie che la giornalista e scrittrice ha incrociato e vissuto durante il tempo che ha deciso di dedicare ai detenuti. "Il carcere non è solo lo specchio della società. È anche una specie di avamposto dove misteriosamente le cose arrivano prima - dice nella nuova puntata di 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24 - Del resto, in tutte le situazioni estreme le cose  si vedono più chiaramente. Accade così anche in carcere: è come se l'umanità  fosse più più nitida".

L'intervista è disponibile anche come podcast in tutte le principali piattaforme cercando la rubrica "Tra le righe" o selezionando l'episodio nella playlist che si trova qui sotto.

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