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Quanti fanno davvero il lavoro dei loro sogni?

Lifestyle

Yara Al Zaitr

©Getty

Oggi, 25 settembre, è la Giornata Mondiale dei Sogni. Per l’occasione ci siamo chiesti: quanti italiani fanno davvero il lavoro dei loro sogni? Ma soprattutto, qual è il lavoro più ambito nella nostra penisola?

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A tutti noi, almeno una volta nella vita, è stato chiesto quale lavoro volessimo fare una volta cresciuti. E per questo tutti noi abbiamo fantasticato, simulato giocando, ripetuto ad alta voce e a noi stessi che era proprio quello il nostro Mestiere. Qualcuno di noi poi ha anche resistito e faticato affinché quel sogno diventasse realtà. Ma non tutti ci sono riusciti o ci riescono. Secondo uno studio di Glickon - azienda leader nel mercato software dell’HR tech – solo una persona su cinque ricopre il ruolo che aveva sognato durante l’infanzia. Un dato che fa riflettere, ma che non basta a scoraggiare chi è già entrato nel mondo del lavoro. Secondo lo studio, infatti, oltre il 90% delle persone afferma che sognare è ancora importante. Il lavoro dei sogni, infatti, esiste per l’83% degli italiani, mentre più del 60% dichiara di impegnarsi ogni giorno per trovarlo o realizzarlo. Realizzare il proprio talento per oltre un lavoratore su tre è più di un sogno: è una priorità che può spingere anche a cambiare vita e lavoro. Infatti, oltre l’80% delle persone interpellate ha pensato di lasciare la propria posizione lavorativa per inseguire un’aspirazione. Addirittura, il 77% accetterebbe di correre il rischio, anche se questo volesse dire fare rinunce, sacrifici e spesso andare incontro a incertezze economiche. Un dato che stupisce poi è quello della generazione più sognatrice: a scapito di eventuali aspettative quella più aggrappata ai sogni è quella degli over 50 e non quella della Genz o dei Millenial, che invece sono più attente a fattori come l’organizzazione del lavoro per obiettivi e la libera gestione del tempo e delle vacanze.

I lavori più e meno ambiti

Ma quali sono i lavori oggi più ambiti nel mondo? Secondo uno studio condotto da Remitly - una società statunitense – a guidare le classifiche a livello mondiale è il lavoro del pilota di aerei; non solo perché garantisce ottimi bonus e benefit, ma anche e soprattutto per il fascino proprio del mestiere, che permette a chi lo anela di immaginare paesi lontani e viste mozzafiato. Al secondo posto poi c’è il mestiere dello scrittore, seguito da quello del ballerino. Ma diversi podi della classifica sono occupati dai nuovi mestieri dell’era digitale: al quarto posto, infatti, si piazza il lavoro dello Youtuber, al settimo l’influencer e al dodicesimo il blogger. In Italia invece? Un’indagine di Adecco mostra un quadro completamente differente. Nella nostra penisola, infatti, il lavoro più ambito nelle diverse regioni è quello del medico. Prova di un interesse sempre maggiore verso le professioni sanitarie nell’ultimo decennio, al quale ha certamente contribuito anche la pandemia da COVID-19. “L’interesse verso la professione del medico, rispetto a dieci anni fa, cresce infatti del +85% e quella dell’infermiere del +39%.” Gli italiani dimostrano poi grande interesse per il ruolo dello psicologo (+148%) e quello del nutrizionista (+349%), prova di una sensibilità sempre maggiore verso i temi della salute mentale e di quella alimentare. Ma il boom maggiore lo ha avuto il settore del digitale, con addirittura un +505% per il mestiere dell’influencer. Un dato particolarmente elevato anche in rapporto al fatto che nel 2013 la professione era ancora solo agli albori. Non manca però lo sguardo ai mestieri della cultura e dell’educazione. Crescono, infatti, del +75% gli italiani interessati a intraprendere la carriera da scrittori, del +78% quelli che vogliono fare i professori e del +123% quelli che desiderano diventare insegnanti. Vanno peggio, invece, altri mestieri come: il giornalista, con una contrazione del -9%, l’archeologo con un interesse diminuito del -51% e le figure di giudice e avvocato, che calano rispettivamente del -20% e del -28%. Un dato curioso in negativo è poi quello legato al mondo delle forze dell’ordine. I giovani italiani non sognano più di fare i poliziotti o i pompieri. L’interesse verso la prima carriera è diminuito, infatti, del -21% e per la seconda addirittura del -32%.

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Come trovare il lavoro dei sogni

E se invece non sai qual è il lavoro dei tuoi sogni? Sempre Adecco ha pubblicato una guida con quattro consigli utili per aiutare i più confusi. Vediamoli. Innanzitutto, è fondamentale capire chi si è, e quindi definire bene quali sono le proprie ambizioni e i propri valori. Ma anche quali sono le inclinazioni personali, le potenzialità e le passioni. Per capirlo, ad esempio, si possono utilizzare gli strumenti di autovalutazione, come i test di carriera. In secondo luogo, bisogna concretamente, con carta e penna alla mano, fare una lista delle potenziali professioni che meglio potrebbero sposarsi con le inclinazioni individuali. Una volta fatto questo è poi fondamentale come terzo step raccogliere le informazioni sulle professioni individuate; quindi capire come si struttura il lavoro di nostro interesse, quali sono le caratteristiche, le prospettive di crescita, etc… Come ultimo step poi Adecco consiglia di arrivare a delineare un elenco ristretto, creando una seconda lista che sia questa volta il più possibile coerente con gli obiettivi di vita, la personalità e i talenti. Una volta capito qual è il lavoro che più si allinea con la personalità è il momento del passo successivo, ovvero provare a realizzarlo. Come? Innanzitutto, cercando di capire quali sono i requisiti che il mercato del lavoro richiede per ricoprire quel determinato ruolo. Per farlo si può, ad esempio, studiare i vari annunci sulle piattaforme online, andando a delineare una lista con gli elementi fondamentali su cui lavorare per diventare un professionista “appetibile” per quel determinato segmento di mercato. Dopodiché, ovviamente, se non si possiede già quei requisiti, bisogna studiare e/o lavorare per riuscire a ottenerli. E ultimo, ma non meno importante, mettersi in contatto con i professionisti del settore di interesse, cercando di comunicare loro al meglio la propria identità professionale e perché no, anche le proprie passioni. Dopotutto sempre di lavoro dei sogni parliamo.

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