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Michelangelo rapito, la mostra sulle opere d'arte salvate durante la 2^ guerra mondiale

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Dal 20 luglio al 28 gennaio 2024, la rassegna (inserita nel programma degli Uffizi diffusi) ricostruisce il salvataggio del patrimonio artistico fiorentino durante la guerra e i legami con il territorio del Casentino

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Centinaia di dipinti e sculture, alcuni tra i più famosi al mondo, furono messi in salvo e sottratti alla furia della guerra tra il 1940 e il 1944. Ora, al Castello di Poppi (in provincia di Arezzo) , la mostra Michelangelo rapito - Capolavori in guerra dagli Uffizi al Casentino, ricostruisce il salvataggio del patrimonio artistico fiorentino durante la Seconda guerra mondiale. Proprio il Castello di Poppi infatti, insieme al monastero di Camaldoli e a Villa Bocci di Soci, divenne in quegli anni una straordinaria roccaforte di protezione per le opere d’arte.

La rassegna al Castello di Poppi

La rassegna, curata da Alessia Cecconi, si tiene dal 20 luglio al 28 gennaio 2024 e fin dal titolo evoca il caso della perduta Maschera di Fauno attribuita a Michelangelo: uno tra i più misteriosi e intriganti casi relativi alle vicende che legarono indissolubilmente il Casentino al salvataggio del patrimonio artistico di Firenze. La maschera, trafugata dai nazisti dal Castello dei Conti Guidi a Poppi e mai ritrovata, per sfuggire ai bombardamenti era stata infatti posta in custodia nell’antico maniero, insieme a centinaia di capolavori degli Uffizi e dei musei fiorentini. 
La mostra è inserita nel programma degli Uffizi Diffusi e oltre all'esposizione tradizionale offre anche l’opportunità di un’esperienza di arte immersiva, perché le immagini in alta definizione di quelle stesse opere, compreso il Fauno perduto, tornano in via eccezionale all’interno del castello.

La mostra classica

Il percorso dell'esposizione classica è articolato nel cortile del castello e nell’ambiente delle ex scuderie al piano terra, con opere d’arte, fotografie e filmati d’epoca, documenti archivistici e bibliografici. Dagli Uffizi arriva il Ritratto di Giovanni II Bentivoglio di Lorenzo Costa. Si tratta di un dipinto emblematico per le vicende che lo riguardarono e per la mostra stessa: fu ricoverato al castello di Poppi dal novembre 1940 all’agosto 1944, quando fu requisita e portata dall’esercito tedesco in Alto Adige; tornò a Firenze nel luglio 1945. In prestito anche la copia in gesso del Fauno perduto di Michelangelo (esposta ordinariamente agli Uffizi, è stata realizzata nel 2013 a cura dell’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze da una matrice dell’Ottocento) oltre a preziose edizioni antiche della Vita di Michelangelo e a documenti originali dell’archivio degli Uffizi che ricostruiscono giorno per giorno la corsa contro il tempo per mettere al riparo le opere dei musei fiorentini, in particolare quelle che proprio da Uffizi e Palazzo Pitti partirono per il Casentino. Infine, il Gabinetto fotografico degli Uffizi ha messo a disposizione gli spettacolari scatti fotografici che documentano il trasloco senza precedenti delle opere nei rifugi di campagna e le distruzioni a cui sarebbero state sottoposte.

 

La mostra immersiva

Nei suggestivi ambienti della storica biblioteca Rilliana è invece allestita la mostra immersiva. Il visitatore viene coinvolto dalle proiezioni in alta definizione - su pareti e pavimento – di una serie di opere dal fascino straordinario, con la possibilità di scoprire particolari normalmente non visibili. Capolavori legati indissolubilmente agli Uffizi, come il Tondo Doni di Michelangelo, la Madonna del Cardellino di Raffaello, l’Annunciazione di Leonardo o la Medusa di Caravaggio, possono essere ammirati in alta definizione e con suggestive animazioni che ricreano idealmente il “museo delle opere salvate” presente a Poppi negli anni del conflitto. Diventa così possibile dialogare e interagire con le opere: l’installazione Mirror Room con il suo sistema di specchi dà la sensazione di “entrare” nelle casse ricoverate nel castello durante la guerra, ritrovandosi dunque faccia a faccia con i capolavori del celebre museo fiorentino.