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"Napoli torna campione", Castaldi disegna i gol della cavalcata

Lifestyle

Vittorio Eboli

Esce per Feltrinelli Comics l'omaggio di Paolo Castaldi agli azzurri campioni d'Italia: le tappe di uno storico trionfo nei disegni di uno dei top fumettisti di sport in Italia, coi racconti ironici e dissacranti della giornalista/tifosa Anna Trieste. E con la riscoperta di un genere molto vintage: i "gol disegnati" 

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Un genere volutamente demodè per il libro più originale che c’è. In mezzo al mare di pubblicazioni per il campionato vinto dal Napoli, Paolo Castaldi – uno dei principali autori di fumetti sportivi in Italia – ha scelto la via meno battuta per raccontare l’impresa della squadra azzurra da un’angolazione inedita e fuori dal tempo: i “gol disegnati”. La cavalcata della banda Spalletti attraverso (quasi tutte) le reti segnate da Osi, Kvara e compagni, raccontate da Anna Trieste – una delle più note esponenti della categoria tanto in voga dei giornalisti/tifosi – e disegnate dal morbido pennello di Castaldi: nasce così “Napoli torna campione”, edito da Feltrinelli Comics e nelle librerie dall’11 luglio. Un tuffo negli almanacchi Panini degli anni ’80, un’era geologica prima di pay tv, Iptv, SkyGo, Dazn, Instagram, TikTok e social media assortiti, quando i gol non potevi vederli e rivederli e riguardarli on demand ma solo carpirli a 90° Minuto e in qualche tg di mamma Rai.

 

Un libro fuori moda e fuori tempo massimo?

“La verità è che il progetto ce l’aveva già in testa il curatore di Feltrinelli Comics, Tito Faraci – spiega a Sky Tg24 Paolo Castaldi –, mi ha chiamato chiedendomi se mi andava di farne un libro. All’inizio ho avuto parecchi dubbi: ma sei sicuro, gli ho chiesto, nel 2023 ha ancora senso? Poi mi sono guardato intorno, ho visto in libreria un oceano di pubblicazioni sullo scudetto del Napoli (erano i giorni in cui si avvicinava la certezza matematica), tantissimi ‘instant book’ – quei libri scritti e pubblicati velocemente per raccontare fatti di stretta attualità, ndr – ma sembravano un po’ tutti uguali, nessuno spiccava davvero sugli altri, allora ho realizzato che la nostra idea aveva senso, il nostro libro sarebbe stato diverso dagli altri”.

E avete riesumato un ‘genere fumettistico’ da boomers, nell’era dei video ovunque.

“Sai cosa mi ha convinto? La materialità dell’oggetto. Tu i gol li puoi vedere anche mille volte, ma non li puoi toccare. E non esiste nessun’altra rappresentazione in quel modo concreto di quei gol: ci sono decine di pubblicazioni che ti raccontano le gesta sportive, le emozioni e le reti, ci sono fior di libri fotografici, certo, ma nessuno aveva puntato su questa lettura. Anche io da piccolo li bazzicavo, sulla Gazzetta, negli almanacchi, anche sul Giornalino, e pensavo fosse un genere del passato. Poco tempo prima di accettare ne discutevo con Osvaldo Casanova – famoso illustratore sportivo –, me ne parlava come di un qualcosa che sembrava stesse tornando un po’ di moda, era un po’ nell’aria questa ‘resurrezione’. E allora ho detto ok, facciamolo: ma solo con una voce davvero fuori dal coro che racconti l’emozione di quei gol…”

 

Ed è entrata in gioco Anna Trieste.

“Mi è parsa da subito l’unica firma adatta: affidare i testi a un giornalista più istituzionale e paludato avrebbe reso il libro molto pesante, parliamo di 77 gol, dopo un po’ la retorica dell’epicità avrebbe stancato. Anna invece, napoletana doc, ha una penna ironica e dissacrante, la seguo da tempo e ho pensato fosse esattamente quello che serviva per un taglio di gran competenza ma fuori dal coro. All’inizio – e la cosa mi ha fatto molto sorridere – anche lei ha avanzato i miei stessi dubbi: ma siete sicuri, il genere funzionerà?, questo tipo di lavoro non l’ho mai fatto…. Poi ha accettato di buon grado”.

Nel frattempo però lo scudetto era vinto e le librerie erano piene.

“Ma non abbiamo concepito questa pubblicazione come un instant book. Ovvio, i tempi di lavorazione erano piuttosto stretti, quando abbiamo iniziato eravamo già a ridosso della vittoria dello scudetto…. Con Feltrinelli abbiamo deciso subito che non volevamo tuffarci anche noi in mezzo all’oceano di instant book, e che si saremmo presi i nostri tempi: del resto, non è concepibile il lavoro di fumettista con la fretta di quel genere di pubblicazioni, e mai avrei accettato di farne uno se non per un evento così eccezionale come uno scudetto atteso per così tanti anni. Il nostro non è un vero e proprio instant book, ha un editing molto curato, la copertina ad esempio è stata discussa a lungo con l’art director della casa editrice, ne sono state provate fatte varie versioni, ecc.”

 

Insomma non potevate uscire a ottobre, certo, ma non avevate una super fretta: e uscite proprio ora che la stagione sportiva sta ripartendo, con la presentazione della maglia scudettata, il ritiro estivo della squadra, insomma con il riaccendersi dell’attenzione mediatica. Gran timing o botta di fortuna?

“Noi vorremmo rimanere ‘per sempre’, al di là del momento di uscita del libro: ovvio che il tifoso non ha ancora dimenticato un evento atteso così a lungo, ovvio che l’interesse non scemerà tanto presto, ma noi abbiamo l’ambizione di fare qualcosa che si conserverà negli anni. Ricordo ancora mio padre, oltre 30 anni fa, conservare tante cose, giornali, libri, altre pubblicazioni, dei due scudetti dell’era Maradona: l’idea di fare un ‘pezzetto di memoria’ che qualcuno avrebbe conservato per molti anni, ecco l’idea di far parte anch’io di questa festa e di questi ricordi mi ha spinto a fare questo libro. Io c’ero, potrò dirlo davvero. E mi fa sentire pieno di gioia”.