Vent’anni fa moriva Pontiggia, Franchini: "La sua scrittura mordeva il senso delle cose"

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Filippo Maria Battaglia

Filippo Maria Battaglia

©Getty

Il 27 giugno 2003 scompariva a Milano uno dei grandi autori del secondo Novecento italiano. A raccontarlo e a ricordarlo, nella nuova puntata di "Incipit", lo scrittore e direttore editoriale del Gruppo Giunti

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"Giuseppe Pontiggia perseguiva una linea di semplicità, una scrittura che mordesse il senso profondo delle cose in maniera immediata seppure con un lavorìo incessante e

infinito". Così, nella nuova puntata di "Incipit", Antonio Franchini ricorda lo scrittore scomparso a Milano nell'estate di venti anni fa.

"L'umanità di Pontiggia era nel desiderio di andare direttamente al cuore delle cose, senza baloccarsi con nessun aspetto formale della letteratura - racconta  in questa intervista Franchini, che da quasi quarant'anni abita il mondo dei libri e dell'editoria - E ciò è quasi paradossale perché nessuno più di lui è stato attento alla forma, nessuno più di lui ha applicato alla lettera la lezione di Flaubert, e però al contempo nessuno più di lui ha mostrato un reale interesse e una grande comprensione dell'umano in tutti i suoi aspetti".

 

L'intervista è disponibile anche come podcast in tutte le principali piattaforme cercando la rubrica "Tra le righe" o selezionando l'episodio nella playlist che si trova qui sotto.

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